Negli ultimi dieci anni si è registrata nel nostro paese un’intensa
crescita delle operazioni sui prodotti finanziari derivati. Si tratta di
una peculiare tipologia di contratti il cui valore deriva
dall’andamento del valore di un’attività ovvero dal verificarsi nel
futuro di un evento osservabile oggettivamente. Tali prodotti, le cui
finalità possono essere sia di copertura di un rischio finanziario sia
speculative, se negoziati sui mercati non regolamentati (c.d. Over
the Counter, OTC), sono caratterizzati da un basso livello di
liquidità e quindi dall’assenza di prezzi di riferimento. Ne consegue
che essi si rivolgono a investitori qualificati dotati di elevate
capacità finanziarie e di gestione dei rischi.
Nella prassi i derivati OTC sono stati sovente negoziati tra banche e
società private di carattere familiare, compromettendo la stessa
solidità delle imprese. La Consob ha quindi avviato, a partire dal 2004,
diverse iniziative di vigilanza che si sono concluse, fra l’altro, con
due procedimenti sanzionatori. Recentemente è emerso che anche le
amministrazioni pubbliche (in particolare Regioni ed Enti Locali) si
sono rivolte con sempre maggiore frequenza verso la sperimentazione di
queste forme di investimento.
Le questioni connesse all’utilizzazione di tali modelli negoziali sono
molteplici ed hanno natura interdisciplinare, poiché, da un lato, si
tratta di verificare quali possano essere le peculiarità strutturali,
sotto il profilo civilistico, di una simile tipologia contrattuale,
dall’altro, si tratta di comprendere come tali peculiarità si
armonizzino con le regole speciali che, sotto il profilo pubblicistico,
governano i tempi e i modi degli investimenti posti in essere dagli enti
territoriali.
Peraltro, la scarsa conoscenza sulla disciplina, sui rischi e sulle
vicende strutturalmente alterne di una siffatta e varia tipologia
contrattuale ha esposto le società e le amministrazioni a situazioni
destabilizzanti e non facilmente prevedibili o controllabili, conducendo
così sia il legislatore sia la giurisprudenza contabile a prendere
posizione sui limiti di utilizzo di questi strumenti finanziari e a
fissare alcune regole operative sulla tenuta dei bilanci pubblici.