Sia nel Documento di programmazione economica e finanziaria che nel Patto per l’Italia approvati venerdì 5 luglio dal Consiglio dei Ministri, il Governo ha mostrato un’estrema cautela nei confronti degli interventi nel settore scolastico. Il forte disavanzo della gestione dell’ex Ministero dell’Istruzione emerso dal rendiconto consuntivo ha imposto al Governo una riflessione sull’incidenza del costo della scuola sui conti pubblici. La manovra varata dal Ministro Tremonti ha pertanto attribuito alla scuola un budget complessivo di 8,2 miliardi di euro, analogo a quello degli anni precedenti, ma assolutamente insufficiente a far partire anche solo i progetti nel settore dell’istruzione e formazione. Se poi dovesse essere approvata la riforma della scuola attualmente in discussione al Senato, il fabbisogno aggiuntivo, per il solo 2003, si assesterebbe intorno ai 115 milioni di euro.
Particolare attenzione desta il piano pluriennale da tempo annunciato dal Ministro Moratti, che prevede una riforma di 7 miliardi di euro per i prossimi cinque anni. In relazione a tale progetto, tuttavia, il Governo ha assunto un comportamento di estrema cautela, evitando di fare concrete previsioni di spesa e sottolineando come anche il piano del Ministro debba essere opportunamente valutato nella sua compatibilità con i conti pubblici. Si ricorda che gli obiettivi contenuti in tale progetto sono cinque: il riordino dei cicli e il servizio nazionale di valutazione; il potenziamento delle nuove tecnologie; la valorizzazione del personale scolastico; le misure contro il disagio giovanile; gli interventi per l’istruzione tecnica superiore, l’educazione agli adulti e gli interventi per l’edilizia scolastica.
Tra gli obiettivi del Governo, si segnala il piano di formazione permanente per gli adulti, considerato ‘uno strumento efficace per favorire l’occupabilità e l’adattabilità delle risorse umane e professionali’; tale piano dovrebbe soddisfare le richieste di circa 700 mila persone l’anno, già a partire dal 2003. E’ inoltre previsto un incremento delle risorse finanziarie destinate all’Università, al fine di aumentare il numero dei laureati, ridurre i tempi di permanenza all’Università e favorire gli sbocchi professionali. Attraverso queste risorse, saranno finanziate anche la riforma degli ordinamenti scolastici (verso il passaggio ad un sistema 3 anni + 2), il potenziamento delle attività di orientamento e di internazionalizzazione, gli interventi per il diritto allo studio, gli investimenti strutturali per migliorare l’ambiente didattico e il potenziamento della ricerca scientifica.
LE RISORSE AGGIUNTIVE PER IL 2003
I punti in agenda |
Costi stimati in min di euro |
Costi aggiuntivi riforma |
115 |
Nuovo contratto |
2.217 |
Ricerca |
3.500 |
Infrastrutture |
1.400 – 2.000 |
Formazione permanente |
1.400 – 2.000 |
Totale |
8.632 – 9.832 |
Fonte: Italia Oggi del 9/7/02 sui dati Miur 2001-2002