Fonti strutturali: impatto positivo sulla Società dell’informazione

26.03.2003

Bruxelles, 18/03/02

Michel Barnier, Commissario responsabile per la politica regionale, ha presentato oggi uno studio di valutazione da cui risulta che i fondi strutturali danno un contributo importante alla promozione della società dell’informazione. Secondo le stime dello studio, nel periodo 2000-2006 verranno destinati a misure in questo ambito circa 10 miliardi di €, pari al 7,3% della dotazione dei Fondi strutturali. In questo modo l’UE dà un contributo importante alla realizzazione degli obiettivi fissati nel 2000 a Lisbona dagli Stati membri, in particolare l’iniziativa e-Europe. 
Presentando lo studio, Michel Barnier ha dichiarato: “La società dell’informazione rappresenta una vera opportunità per lo sviluppo regionale, in quanto aiuta anche le regioni più periferiche a collegarsi col resto dell’Unione e del mondo. Si tratta di una sfida specifica per la politica di coesione dell’Unione, nel cui ambito è importante provvedere a colmare il  “divario digitale” che, in  Europa, spesso si accompagna a notevoli disparità in termini di ricchezza. Per questo motivo mi sono prefissato di garantire che ogni programma di sviluppo regionale sostenuto dall’Europa presenti un qualche aspetto attinente alla società dell’informazione. 
Il Commissario Barnier ha aggiunto: “A questo settore potranno essere destinati sempre maggiori aiuti europei; recentemente la Commissione ha infatti chiarito che è possibile finanziare con fondi pubblici infrastrutture di telefonia mobile e a banda larga senza violare le regole di concorrenza. Di conseguenza, la quota dei fondi strutturali riservata alla società dell’informazione dovrebbe passare dal 2% del periodo 1994-1999 al 7,3% dell’attuale periodo di programmazione”.  
Lo studio ha raffrontato i dati desunti da 150 programmi regionali e tre programmi nazionali cofinanziati dai Fondi europei nel periodo 2000-2006. Gli importi destinati alla società dell’informazione vanno da 0,6 € pro capite nel Land tedesco della Bassa Sassonia a 358 € nella regione irlandese Border, Midlands and West. Senza i necessari investimenti per l’hardware, la realizzazione degli obiettivi fissati a Lisbona risulterà rallentata. Lo studio ha inoltre rilevato che: 
– circa la metà delle regioni, tra cui una quota elevata di regioni dell’obiettivo 1 , dà precedenza alla società dell’informazione tenendo conto di tale dimensione nell’ambito dell’intero programma;
– in alcuni casi le città svolgono un ruolo fondamentale, ad esempio in Portogallo dove è stato sviluppato il concetto di città digitale (“Infoville”);
– la portata e l’ambizione dei programmi regionali che promuovono la società dell’informazione sono determinate da tutta una serie di fattori, quali il grado di maturità del mercato, la densità demografica, la disponibilità di competenze e la capacità di programmazione;  
– nella classifica delle 20 regioni con più alta spesa pro capite per la società dell’informazione figurano sei regioni greche, quattro britanniche e due spagnole. Sette sono invece regioni insulari o a carattere prevalentemente insulare.

Lo studio raccomanda i seguenti miglioramenti:
– le regioni dovrebbero investire di più nella definizione della strategia e nella costituzione di capacità regionali, in particolare nell’ambito della valutazione delle esigenze regionali e della selezione dei progetti; 
– le priorità regionali relative alla società dell’informazione dovrebbero fondarsi su misure regionali sul versante dell’offerta e della domanda, e presentare un equilibrio tra i vari elementi: sviluppo di infrastrutture di telecomunicazione (ad esempio reti a banda larga), accesso, applicazioni e servizi, contenuti digitali e competenze; 
– dovrebbero essere elaborati dati e indicatori specifici, in particolare a livello regionale, ai fini della sorveglianza dei progressi realizzati per colmare il “divario digitale” tra le regioni e all’interno di ciascuna di esse.

Contesto
I Fondi strutturali dell’UE finanziano programmi pluriennali a favore dello sviluppo regionale, dell’occupazione e dei mutamenti strutturali. I programmi sono elaborati nell’ambito di un partenariato tra regioni, Stati membri e Commissione europea. Complessivamente, per il periodo 2000-2006 l’UE a 15 ha stanziato 213 miliardi di € per l’insieme degli strumenti d’intervento strutturale e il Fondo di coesione. I due terzi degli interventi sono concentrati nelle regioni dell’obiettivo 1, nelle quali il prodotto interno lordo è inferiore al 75% della media comunitaria. 
Nei programmi dei Fondi strutturali lo sviluppo della società dell’informazione figura come priorità generale. L’espressione “società dell’informazione” indica il processo economico, sociale e istituzionale nel quale si inseriscono l’evoluzione e lo sviluppo delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione. Il suo ritmo di sviluppo e l’impatto sulla vita delle persone varia da Stato a Stato e da regione e regione. Negli ultimi anni la Commissione europea ha avviato una serie di attività connesse, l’ultima delle quali è costituita dall’iniziativa e-Europe e dai successivi piani d’azione.
Informazioni supplementari
Per il testo integrale dello studio consultare il sito:
http://europa.eu.int/comm/regional_policy/sources/docgener/evaluation/rado_en.htm

Per documentarsi sulla società dell’informazione consultare:
http://europa.eu.int/information_society/index_en.htm

a cura di Antonio Barreca