Mercoledì 2 ottobre 2002 la Commissione Istruzione del Senato ha dato il suo assenso al disegno di legge proposto dal Ministro Moratti, contenente una delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’ istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale. Tale provvedimento, che il 3 ottobre è passato immediatamente all’esame dell’aula, prevede una riforma complessiva della scuola, fondata sull’anticipazione della scuola dell’infanzia ed elementare rispettivamente a tre a sei, sull’introduzione della lingua inglese e dell’informatica già al primo anno delle elementari, sulla protrazione dell’obbligo di istruzione a 18 anni, sull’insegnamento della seconda lingua alle medie e sulla creazione di lauree specialistiche per gli insegnanti.
Il percorso di formazione scolastica risulta quindi strutturato in due cicli: uno primario, costituito dalla scuola primaria e da quella secondaria di primo grado; uno secondario, corrispondente al sistema dei licei e a quello parallelo dell’istruzione e della formazione professionale. La proposta di legge delinea infatti l’istruzione e la formazione come due percorsi assolutamente paralleli, ma non rigidi ed a sé stanti, data la possibilità di rivedere in itinere l’iniziale scelta effettuata dallo studente. La riforma sembra pertanto ispirata all’esigenza di adeguare il sistema scolastico italiano agli ordinamenti dei paesi europei più avanzati (in particolare quello della Danimarca, della Germania, della Svezia, della Finlandia e del Lussemburgo), che, nell’ambito dell’obbligo scolastico fino a 18 anni, offrono agli studenti una vasta gamma di scelte formative.
L’aspetto più interessante della proposta di legge è tuttavia rappresentato dal rapporto delle norme generali dello Stato con l’autonomia sia delle Regioni che degli istituti scolastici. Il provvedimento, infatti, che rappresenta uno dei primi interventi attuativi della riforma del Titolo V della Costituzione, costituisce un’originale occasione di riflessione sulla reale portata delle nuove previsioni costituzionali in materia di istruzione.
Il primo sì del Senato alla riforma Moratti
11.11.2002