Il 2 settembre 2003, il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Letizia Moratti e il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti hanno firmato un decreto interministeriale per la ripartizione dei 30 milioni di euro stanziati dalla Finanziaria 2003 per ciascuno degli anni 2003, 2004 e 2005 a favore delle famiglie con figli minorenni iscritti in scuole paritarie. Obiettivo del decreto è la definitiva ‘liberazione’ dello stanziamento previsto dall’articolo 2 della legge finanziaria 2003, con il quale si era voluto riconoscere alle famiglie un diritto di rimborso parziale degli oneri sostenuti per l’iscrizione dei propri figli presso scuole non statali.
Per la distribuzione dei trenta milioni di euro, il decreto interministeriale limita il diritto al rimborso alle famiglie con figli che frequentano scuole elementari, non parificate, o iscritti a scuole medie o al primo anno di scuola superiore di un istituto scolastico paritario. Rimangono esclusi dalla ripartizione delle risorse disponibili le famiglie con figli iscritti presso scuole materne paritarie, scuole elementari parificate o che frequentino gli ultimi quattro anni di una scuola superiore non statale, anche se l’articolo 2 delle legge finanziaria 2003 non prevedeva alcuna preclusione al riguardo.
L’approvazione di questo decreto interministeriale, che si risolverà nella distribuzione di un assegno di 500 euro per famiglia, ha rianimato le ataviche polemiche politiche sul ruolo della scuola non statale all’interno del sistema pubblico di istruzione. Contro i promotori dell’iniziativa, che vedono nel bonus alle famiglie uno strumento per garantire la libertà di scelta tra il percorso educativo ritenuto più consono, i suoi oppositori paventano il rischio di una privatizzazione dell’istruzione, destinata ad incidere negativamente sul rilancio della scuola statale.
Ma, al di là del dibattito sull’opportunità o meno di un tale intervento, è significativo osservare come il modello di promozione della parità scolastica perseguito a livello ministeriale sia più propriamente basato su meccanismi di sostegno alle famiglie, anziché su contributi diretti alle istituzioni scolastiche paritarie. Il decreto interministeriale approvato il 2 settembre 2003 rappresenta pertanto un primo passo sul cammino volto al raggiungimento della parità, ma saranno ancora necessari altri interventi futuri, perché non è solo sotto il profilo finanziario che è necessario operare al fine di una piena integrazione tra scuole statali e non statali.