Il futuro della Politica di coesione economica e sociale (2007 – 2013)

14.07.2004

Il Terzo rapporto sulla coesione economica e sociale è stato adottato il 18 febbraio scorso dalla Commissione, la quale ha l’intenzione di porre in essere una nuova struttura per la politica di coesione dopo il 2006.

Tra le principali novità della futura politica di coesione: l’importanza data alle zone con “handicap geografici”, come molte isole, alcune zone montane e le regioni scarsamente popolate; lo strumento unico per le zone rurali e per la ristrutturazione del settore della pesca; la “zonizzazione” per l’obiettivo 2, che non sarà decisa dalla Commissione, ma sarà definita dallo Stato membro sulla base di una concentrazione che tenga conto dei temi prioritari. La nuova programmazione avrà un approccio più strategico: la Commissione proporrà una strategia globale per la politica di coesione, basata sui principi di Lisbona e di Goteborg, che dovrà essere adottata dal Consiglio. In base al “documento strategico” adottato dal Consiglio, ciascuno Stato membro preparerà un “documento politico” contenente la sua strategia di sviluppo, che sarà negoziato con la Commissione e che fungerà da quadro per la preparazione dei programmi, ma che non potrà essere utilizzato come strumento di gestione. Sulla base del “documento politico” la Commissione approverà i programmi nazionali e regionali per ciascuno Stato membro. La nuova architettura per la politica di coesione è strutturata attorno a tre priorità principali: convergenza, competitività regionale e occupazione, cooperazione territoriale ed europea.

1. Convergenza: Sostenere l’aumento della creazione di posti di lavoro negli Stati Membri e nelle Regioni meno sviluppate


Questo obiettivo riguarderà le regioni che hanno un PIL pro capite inferiore al 75% della media comunitaria. Viene proposto inoltre un sostegno temporaneo per le regioni in cui il PIL pro capite sarebbe stato inferiore al 75% della media comunitaria dell’UE a 15, ma superiore dell’UE a 25 (“effetto statistico”). I programmi usufruiranno del sostegno finanziario del FESR, del FSE, del Fondo di Coesione. Modernizzare e diversificare la struttura economica, estendere e migliorare le infrastrutture di base, proteggere l’ambiente, potenziare la capacità amministrativa, migliorare la qualità delle istituzioni del mercato del lavoro e dei sistemi di istruzione e formazione e aumentare il capitale umano saranno i principali temi dei programmi nazionali e regionali. Inoltre, gli Stati membri il cui prodotto nazionale lordo è inferiore al 90% della media comunitaria potranno beneficiare del Fondo di coesione, il quale continuerà a finanziare i programmi in materia di trasporto e ambiente. Tale obiettivo coinvolgerà circa il 78% delle risorse finanziarie per la coesione per il periodo 2007-2013.

2. Competitività regionale e occupazione: anticipare e promuovere il cambiamento

L’obiettivo chiave della politica di coesione fuori dalle regioni meno favorite sarà duplice: anzitutto, attraverso programmi regionali, la politica di coesione aiuterebbe le regioni e le autorità regionali ad anticipare e promuovere i mutamenti economici nelle aree industriali, urbane e rurali. In secondo luogo, attraverso programmi nazionali, la politica di coesione aiuterebbe la popolazione ad anticipare e ad adattarsi ai cambiamenti economici. I programmi regionali saranno cofinanziati dal FESR e interesseranno: le regioni dell’UE che non beneficiano né dell’obiettivo di convergenza, né del sostegno transitorio (phasing in); le regioni attualmente ammissibili all’ob. 1, che non sono ammissibili all’obiettivo di convergenza, nemmeno a causa dell’effetto statistico, ossia con un PIL superiore al 75% della media comunitaria dell’UE a 15 (phasing-in). I programmi nazionali saranno finanziati dal FSE. Tale obiettivo coinvolgerà circa il 18% delle risorse finanziarie per la coesione per il periodo 2007-2013.

3. Cooperazione territoriale ed europea: promuovere uno sviluppo armonioso ed equilibrato del territorio dell’Unione

Utilizzando l’esperienza dell’iniziativa INTERREG, il Terzo Rapporto raccomanda di proseguire l’attività per promuovere un’integrazione armoniosa ed equilibrata del territorio dell’Unione sostenendo la cooperazione a livello transfrontaliero e transnazionale.

In linea di massima, la cooperazione transfrontaliera riguarderebbe tutte le regioni lungo i confini esterni e interni, sia terrestri che marittimi (sarebbero ammissibili soltanto i confini marittimi proposti dagli Stati membri). L’obiettivo chiave è fornire soluzioni congiunte ai problemi comuni tra autorità vicine, come per esempio lo sviluppo urbano, rurale e costiero, lo sviluppo di relazioni economiche e la creazione di reti di piccole e medie imprese. Tale obiettivo coinvolgerà circa il 4% delle risorse finanziarie per la coesione per il periodo 2007-2013.

a cura di Francesca Trodella


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