Politiche del lavoro – Insegnamenti di un decennio Presentazione del volume di Tiziano Treu – Resoconto Convegno

21.06.2002

Politiche del lavoro – Insegnamenti di un decennio

Presentazione del volume di Tiziano Treu

Roma, 4 giugno 2002

Martedì 4 giugno 2002 si è tenuta presso la Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto, la presentazione del volume di Tiziano Treu ‘Politiche del lavoro – insegnamenti di un decennio’.

Hanno presentato il volume:

Giuliano Amato, Antonio D’Amato, Enrico Micheli, Enrico Letta.

Era presente l’autore Tiziano Treu.



La presentazione in sede politica di questo volume è un evento molto importante ed oggi si impone una lettura anche alla luce dei recenti avvenimenti sul mercato del lavoro.

Il libro si conclude con due allegati, il primo scritto dal Prof. Marco Biagi, le cui pagine sono lette, dopo il tragico evento del marzo scorso, con commosso ricordo, mentre il secondo allegato presenta tutti i disegni di legge che non sono stati portati sino in fondo. (Letta)

Il libro, dunque, ha un contenuto fedele al suo sottotitolo e ripercorre, dal 1992 al 2002, ciò che nel mercato del lavoro è stato fatto e ciò che non è stato portato a compimento. (Amato)

La debolezza del nostro mercato del lavoro, ritiene G. Amato, è dovuta ad una tendenziale inadeguatezza delle nostre strutture amministrative, che non riescono a mettere in pratica ciò che viene loro affidato. E’ anche vero che le riforme amministrative sono complesse e non sono state portate compiutamente a termine, sicché il Governo in carica ha potuto smontare quelle leggi che non erano ancora saldamente attaccate all’apparato.

Nel mezzogiorno poi abbiamo capito solo in un secondo momento che occorreva passare da un sistema imperniato sull’incentivazione ad un sistema di crediti d’imposta, che, come confermato anche dal Governatore della Banca d’Italia Fazio, hanno funzionato molto bene. (Amato)





Oggi Lisbona rappresenta la nuova Maastricht (Letta). Gli italiani hanno compreso quale sarà il posto che andremo ad occupare, sicché, afferma A. D’Amato, il mancato raggiungimento degli obiettivi di Lisbona ci farebbe pagare un prezzo molto alto. Si richiede un tasso di occupazione del 60%, mentre attualmente siamo al 54%.

(Ancora….) Occorre imprimere al tasso di crescita di competitività una spinta nella consapevolezza che competitività, equità e sviluppo sociale vanno di pari passo. Gli obiettivi da perseguire sono l’aumento del tasso di occupazione, la riduzione delle differenze regionali, che in Italia sono le più lunghe e più gravi che in Europa si registrino e la riduzione dell’area dell’economia sommersa che in Italia è molto ampia, tanto da non poter più essere tollerata.

Venerdì si sono riaperti i tavoli del confronto sul mercato del lavoro, sul mezzogiorno, sul sommerso, sulla riforma fiscale. Si è dimostrato rammaricato che al tavolo delle trattative non si sia seduta la CGIL, ma, sebbene a lungo si sia parlato di concertazione, le riforme si devono fare ed una delle parti del tavolo non può imporre l’arresto delle trattative. Ritiene inoltre che l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori sia solo un pezzo della riforma non il suo insieme e che vi siano prove empiriche che la flessibilità faccia aumentare l’occupazione. (D’Amato)


Di diversa opinione è l’On. Micheli. Anche il precedente Governo ha attraversato momenti difficili sul tema delle riforme. Nel 1996 il governo Prodi partiva da una situazione economica tragica in un clima di relazioni industriali difficili (si vedano il contratto dei metalmeccanici, il patto per il lavoro, il Pacchetto Treu). In un momento in cui si affrontava la sfida per l’Europa l’esecutivo si trovò di fronte la Confindustria che sosteneva che il Governo Prodi dovesse dimettersi ed i sindacati (CISL) furono più volte sull’orlo dello sciopero generale. Nonostante questo il Governo ha trattato ed ha tentato di dar vita ad una concertazione ‘vera’, riuscendo ad ottenere dei risultati clamorosi. Dunque anche il Pacchetto Treu ha trovato difficoltà enormi. Si è però riusciti a risanare il debito pubblico. Il 2000 è stato l’anno di maggior crescita dell’occupazione (3%). Il Governo attuale ha detto che la concertazione è finita, che era uno strumento da deboli. Questo non è certo un atteggiamento positivo. E’ un governo, che appena arrivato, ha cancellato tutto ciò che era stato fatto in precedenza. La modifica dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori non darà frutti perché è una operazione che non riscuote successo. (Micheli).

L’On. Amato ha sottolineato che l’attuale Governo ha rovesciato l’impostazione data dal Ministro Visco, che aveva strutturato il sistema fiscale al fine di favorire l’accesso al capitale di rischio e sfavorire l’accesso al capitale di credito. L’imprenditore italiano deve essere responsabile. La nuova disciplina del falso in bilancio, per esempio, ha finito per riprivatizzare la trasparenza del bilancio. (Amato).

L’Autore, (On. Treu), nel ringraziare per l’analisi e le rievocazioni lucide e dotte che lo hanno preceduto ricorda che i riformisti sono spesso stretti tra pressioni ed estremismi che li fanno faticare, (es.: gli ammortizzatori sociali, riforma che non ho potuto portare avanti per i fuochi incrociati di Confindustria e della CGIL), ma il modo per giungere a soluzione dei problemi è la concertazione, soluzione che richiede pazienza e tempo, ma che assicura un equilibrio tra la parti in gioco in quanto le riforme non possono farsi solo sulla pelle di uno. Per operare sull’art. 18 occorre molta fiducia nella concertazione. Non è andata così, abbiamo visto cosa è successo in questi mesi, aspettiamo di vedere cosa succederà dopo l’apertura dei quattro tavoli. (Treu)


Daniela Bolognino