Il Presidente della Camera è tenuto a precisare l’ora di inizio delle sedute dei due giorni successivi?

25.06.2003

Al termine della seduta del 20 marzo 2003, il deputato Boccia (Margh.-U) pone la questione, peraltro già sollevata in altre occasioni, dell’effettività del disposto dell’articolo 26, ai sensi del quale il Presidente della Camera “annunzia prima di chiudere la seduta l’ordine del giorno e l’ora delle sedute dei due giorni successivi di lavoro”. In tal senso, l’onorevole Boccia richiede alla Presidenza di indicare espressamente l’orario delle sedute, anziché utilizzare la locuzione “p.m.”, che non consentirebbe ai deputati di organizzare meglio i loro tempi di lavoro.
La Presidenza, nel rispondere alle osservazioni formulate, osserva come  l’indicazione “p.m.” consenta una maggiore elasticità rispetto ad altre soluzioni: si tratta in definita di un accorgimento adottato dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, la quale potrebbe decidere, insieme al Presidente, l’ora precisa di inizio dei lavori. Tuttavia, dal momento che spesso non si è in grado di stabilire l’esatta durata della parte antimeridiana della seduta, l’espressione p.m. consente, come detto, una maggiore elasticità.

a cura di Piero Gambale