Possono essere presentate risoluzioni quando, nell’ambito di un dibattito su una mozione, il Governo abbia già espresso il parere su quest’ultima?

24.09.2003

Nella seduta del 3 luglio 2003, nell’ambito della discussione sulla mozione Battaglia (Democratici di sinistra-l’Ulivo) ed altri n. 1-00229, viene presentata la risoluzione Giulio Conti (Alleanza nazionale) ed altri n. 6-00079; alcuni deputati dell’opposizione, segnatamente F. Giordano e Valpiana (Rifondazione comunista) – segnalano come non sia possibile presentare un ulteriore atto di indirizzo dopo che il Governo ha già espresso il proprio parere sull’atto di indirizzo “principale” oggetto del dibattito in corso (in questo caso la mozione dianzi ricordata).
La Presidenza ricorda che, ai sensi dell’articolo 118 del regolamento, ciascun deputato può presentare una sola risoluzione in occasione di dibattiti su mozioni o comunicazioni del Governo.  Tale disposizione, ad avviso della Presidenza, non fissa nell’intervento del Governo il termine ultimo per la presentazione delle risoluzioni, che sono atti di indirizzo conclusivi di dibattito.
A conferma di ciò, la Presidenza richiama precedenti nel senso della ammissibilità  di risoluzioni presentate sia nel corso dell’intervento di replica del Governo o anche dopo tale intervento; addirittura si è ritenuta ammissibile una risoluzione presentata quando il Governo aveva cominciato ad esprimere il parere sugli atti di indirizzo già presentati.  In tal senso, ulteriori risoluzioni possono essere presentate anche dopo l’espressione del parere, in quanto volte ad accogliere suggerimenti e a superare obiezioni formulati dal Governo nel suo intervento.
La Presidenza ricorda infine come non sia ammissibile la presentazione di ulteriori atti di indirizzo quando siano iniziate le dichiarazione di voto. In tal senso, vedasi seduta del 3 luglio 2002, nel corso della quale è stata dichiarata inammissibile una risoluzione presentata nel corso delle dichiarazioni di voto, dal momento che l’apertura della fase della votazione richiede che sia chiaro e definito il relativo oggetto.

a cura di Piero Gambale