Approvata dal Senato la riforma del sistema previdenziale

22.06.2004

Lo scorso 13 maggio è stato approvato con modificazioni al Senato l’A.S. n. 2058, attualmente all’esame della Camera (A.C. n. 2145). La proposta di legge delega di riforma del sistema previdenziale presentata dal Governo dichiara di voler raggiungere essenzialmente due obiettivi: elevare gradualmente l’età pensionabile (principalmente su base volontaria), e sviluppare la previdenza complementare, da affiancare a quella pubblica.
In particolare, la delega stabilisce due fasi di intervento:
1) una prima fase (fino al 2008), nella quale non sono previste modifiche relative al regime pensionistico vigente, ad eccezione delle c.d. “pensioni d’oro”, per le quali si prevede l’introduzione di un tetto massimo ed un prelievo del 3% (pari ad almeno 516€ al giorno). Si stabilisce inoltre che i lavoratori del settore privato che matureranno, entro il 31 dicembre 2007, i requisiti per la pensione di anzianità (35 anni di contributi e 57 anni di età) e che decideranno di rimanere al lavoro, riceveranno un aumento in busta paga pari al controvalore dei contributi previdenziali versati all’ente di previdenza, vale a dire il 32,7% della loro retribuzione (aumento che sarà esente da ogni tipo di imposta). E’ previsto infine che i lavoratori che trasformeranno il loro rapporto di lavoro da tempo pieno a part time per prendersi cura di un familiare disabile si vedranno accreditare i contributi figurativi come se lavorassero a tempo pieno;
2) una seconda fase (a partire dal 2008), per la quale viene confermata la regola generale del requisito unico per andare in pensione: 40 anni di contributi o 65 anni di età (60 per le donne), con le seguenti eccezioni: a) anche dopo il 2008 sarà possibile andare in pensione anticipata, anche se (per incentivare la permanenza al lavoro) la pensione di anzianità sarà calcolata sulla base del metodo contributivo; b) chi svolge un lavoro usurante (nozione da definire in accordo con le parti sociali) potrà andare in pensione anticipatamente senza penalizzazioni; c) le madri che lavorano potranno ritirarsi dal lavoro con un regime agevolato (da definire con le parti sociali); d) chi ha iniziato a lavorare prima dei 18 anni avrà garantito un regime agevolato (da definire con le parti sociali).
Per il disegno di legge aggiornato consulta il sito www.senato.it

a cura di Paolo Zuddas