Se la Commissione di scrutinio non raggiunge un’intesa sull’attribuzione di alcune schede decisive, la votazione per il Presidente va annullata?

19.05.2006

Nella seduta del 28 aprile 2006, la prima dopo le elezioni del 9-10 aprile 2006, in cui l’Assemblea del Senato si è riunita per eleggere il Presidente, al termine della seconda votazione, il Presidente provvisorio, Oscar Luigi Scalfaro, ha annunciato che l’Ufficio provvisorio di presidenza, che compone la Commissione di scrutinio, non aveva raggiunto l’intesa sull’attribuzione dei voti contenuti in tre schede. Pertanto, dal momento che, dedotti i voti contestati, nessun candidato aveva raggiunto il quorum prescritto, la Presidenza ha preso atto di quanto accaduto e ha disposto – ai sensi dell’articolo 118 del Regolamento – l’annullamento della votazione e la sua immediata rinnovazione.
Il sen. Schifani, nel ribadire il disappunto per tale scelta, ha sottolineato che la votazione non andava annullata perché la non attribuzione dei voti dubbi comportava il mancato raggiungimento del quorum da parte di alcuno dei candidati e dunque il passaggio al terzo scrutinio.
Il Presidente Scalfaro ha ribadito che la sola strada possibile per un presidente provvisorio – a cui il Regolamento non consente un “potere di consiglio”, ma soltanto di prendere atto di ciò che i segretari scrivono – è quella di disporre l’immediata rinnovazione della votazione al fine di mettere i segretari in condizione di presentare un verbale.
A tal proposito, nella successiva seduta del 29 aprile, il sen. Pastore, prima, e, in un secondo momento, il sen. Schifani hanno espresso le loro obiezioni relativamente a tale lettura limitativa delle funzioni del Presidente, rilevando che, sebbene provvisorio, il Presidente è parte costitutiva del Collegio e non vede in alcun modo ulteriormente limitate le sue funzioni ad opera del Regolamento.

a cura di Giovanna Perniciaro