Quanto tempo è assegnato ai senatori che svolgono dichiarazione di voto in dissenso dal proprio Gruppo?

30.10.2006

Nel corso della seduta pomeridiana del 25 ottobre 2006 del Senato, in cui si discutono le dimissioni presentate dal sen. Bubbico (l’Ulivo), sottosegretario allo sviluppo economico, il sen. Ripamonti (IU-Verdi-Com) ricorda che nella precedente seduta d’Assemblea in cui si sono votate dimissioni, è stato consentito di intervenire per dichiarazioni di voto a più rappresentanti per ogni Gruppo.
A tal proposito, il Presidente di turno, sen. Calderoli, fa presente che, ai sensi dell’art. 109 del regolamento, in caso di dichiarazioni di voto, ha facoltà di parola un Senatore per ciascun Gruppo parlamentare, oltre ai senatori che intendano intervenire in dissenso dal proprio gruppo.
Nel proseguo della seduta, avvicendatosi alla presidenza il Presidente Marini, il sen. Storace (AN) evidenzia che la prassi che sembra emergere è quella di consentire a tutti i senatori che lo desiderino di intervenire per dichiarazioni di voto, al fine di posporre la votazione, con una sorta di ostruzionismo di maggioranza, in attesa che questa ricombatti i propri ranghi.
A tale obiezione, il Presidente Marini ribadisce che l’intervento è consentito soltanto ad un senatore per Gruppo, per dieci minuti, ed inoltre ai senatori che intendono esprimersi in dissenso dal proprio Gruppo. Questa è la regola – dichiara il Presidente – se vi è stata qualche eccezione, ritorniamo immediatamente alla regola prevista dal Regolamento.
Il sen. Schifani (FI), richiamando precedenti circa i tempi molto ristretti attribuiti ai senatori che svolgono dichiarazioni in dissenso, invita la presidenza a delimitare lo spazio da attribuire alle dichiarazioni di voto in dissenso.
A tal proposito, il Presidente, dopo aver ribadito che l’art. 109 r. S. riconosce ai senatori in dissenso uguale facoltà rispetto a coloro che svolgono dichiarazione in rappresentanza del Gruppo, invita genericamente, in un primo momento, i senatori a contenere gli interventi stessi e, in un secondo tempo, richiamandosi all’art. 84 r.S. (ove consente al Presidente di armonizzare i tempi degli interventi con i termini del calendario) , concede al massimo cinque minuti a ciascuno di loro.
In tale frangente, il sen. Matteoli (AN) solleva altresì un’ulteriore questione circa la possibilità che, in presenza di un voto segreto, non sia nella disponibilità dei senatori esprimere un voto in dissenso. A tal proposito, il sen. Salvi (Ulivo) sottolinea che il voto segreto rappresenta una tradizione del Parlamento italiano e che nessuno ha mai contestato che su di esso si possano svolgere dichiarazioni di voto; d’altro canto, il sen. Boccia (Ulivo) chiede che di tale questione venga investita la Giunta per il regolamento, al fine di valutare se in presenza di un voto segreto talune norme del Regolamento possano avere una diversa applicazione.

a cura di Giovanna Perniciaro