Occorre che un’Assemblea sia nel plenum dei suoi componenti per esercitare le sue funzioni?

30.10.2006

Nel corso della seduta antimeridiana dell’11 ottobre 2006 del Senato, dopo l’accoglimento da parte dell’Assemblea delle dimissioni del sen. Malabarba (RC-SE), il Presidente Marini dichiara di voler sospendere la seduta per qualche istante, al fine di consentire l’aggiornamento del sistema elettronico di voto, e di voler conferire con i Capigruppo.
Dopo tale comunicazione, il sen. Matteoli (AN) interviene per chiedere che venga convocata la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, al fine di stabilire chi è il primo dei non eletti e di metterlo in condizione di partecipare alla seduta. Solo dopo tale decisione da parte della Giunta, secondo il sen. Matteoli, l’Assemblea sarà nel suo plenum e potrà procedere all’esame delle dimissioni presentate dal Ministro della salute, sen. Turco (l’Ulivo).
Il Presidente, dopo essersi dichiarato d’accordo con le opinioni espresse dal sen. Matteoli, convoca la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari .
Il sen. Morando (l’Ulivo) e la sen. Finocchiaro (l’Ulivo) evidenziano che esistono precedenti in senso opposto e che l’Assemblea sarebbe comunque pienamente legittimata a procedere nei propri lavori: quest’ultima sostiene, in particolare, che si originerebbe così un precedente devastante, dal momento che, ove si ritenesse che un’Aula parlamentare che non fosse nel plenum dei suoi componenti è legittimata a esercitare le sue funzioni, andrebbero buttati a mare i cinque anni della legislatura precedente, in cui la Camera dei deputati ha regolarmente deliberato con undici componenti in meno. In tale ipotesi, inoltre, basterebbe una Giunta delle elezioni a bloccare l’operatività del Parlamento di un Paese democratico.
A tal proposito, il Presidente chiarisce che – visto l’attuale sistema elettorale – la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari è in condizione di deliberare in tempi molto rapidi in ordine alla sostituzione. Sostiene inoltre che la seduta pomeridiana non potrà avere inizio se non interviene un pronunciamento della Giunta delle elezioni. Quanto infine alla vicenda dei c.d. “seggi fantasma” alla Camera nella XIV legislatura, il Presidente ritiene che, se qualcuno avesse detto che l’Aula non era più titolata a votare finché non fosse stato reintegrato il plenum, anziché impiegare cinque anni si sarebbero impiegati cinque minuti per risolvere un problema che è rimasto senza soluzione per tutto quel tempo.

a cura di Giovanna Perniciaro