Si può affidare ai gruppi il “contingentamento” delle richieste di anticipazione del voto durante gli appelli nominali?

03.04.2007

Nella seduta della Giunta per il regolamento della Camera del 13 marzo 2007, il presidente Bertinotti ha posto la questione dell’incremento delle richieste di anticipazione del turno della votazione in occasione di votazioni per appello nominale. Al fine di contenere il numero di tali richieste, provenienti sia dai membri del Governo che dai deputati, ha ipotizzato la definizione di parametri e criteri certi per conferire ordine alla chiama.
Dopo aver ritenuto inopportuno fissare limitazioni alle richieste dei membri del Governo, delinea le soluzioni possibili per i deputati. La prima escluderebbe qualsiasi possibilità di prevoto, con deroghe valutabili solo in casi di particolare necessità; la seconda prevederebbe un tetto massimo al numero di richieste, secondo un criterio meramente cronologico; la terza infine stabilirebbe un limite massimo di richieste proporzionato alla consistenza numerica dei gruppi. In quest’ultimo caso, il Presidente ha prefigurato la possibilità di un’intesa con la Presidenza del Senato al fine di valutare le richieste di prevoto dei senatori in occasione di riunioni del Parlamento in seduta comune.
L’on. La Loggia (FI), nel ritenere apprezzabile la soluzione basata sulla consistenza dei gruppi, giudica opportuna una sua estensione anche ai membri del Governo, su cui però il Presidente esprime forti perplessità. Anche l’on. Leone (FI) condivide la scelta di prevedere un tetto massimo di prevotanti distribuito tra i gruppi, mentre l’on. Gibelli (LNP) reputa tale criterio suscettibile di creare disparità di trattamento tra i deputati: l’unica soluzione percorribile sarebbe pertanto l’esclusione assoluta di ipotesi di anticipazione del voto, salvo casi eccezionali.
Gli onorevoli Boato (Verdi) e Giachetti (L’’Ulivo) si esprimono invece con favore sul criterio della proporzionalità dei gruppi, in quanto si responsabilizzerebbero i rispettivi Presidenti di gruppo sgravando la presidenza d’Assemblea, mentre l’on. Volontè (UDC) opta per la massima rigidità nella valutazione delle richieste di anticipazione del voto, da sottoporre ad un vaglio di ammissibilità del Presidente della Camera.
Il presidente Bertinotti, dopo aver riconosciuto a livello teorico l’esigenza di porre un freno alle numerose richieste di prevoto, ribadisce la necessità di fissare un parametro pratico maggiormente flessibile, basato sulla responsabilizzazione dei Presidenti di gruppo nel contingentare il numero delle richieste. Sulla base dei suggerimenti resi dagli onorevoli Leoni (L’Ulivo) e Gibelli (LNP), comunica infine che la Presidenza trasmetterà ai Presidenti di gruppo le determinazioni assunte, e contestualmente inviterà tutti i deputati ad assumere comportamenti responsabili.

a cura di Rosella Di Cesare