Come armonizzare criteri di ammissibilità degli emendamenti ai disegni di legge di conversione dei decreti-legge?

03.04.2007

In apertura della seduta del 28 febbraio 2007 della Giunta per il Regolamento della Camera dei deputati, il Presidente Bertinotti ha presentato un’ampia relazione vertente su diversi punti di carattere generale, tra cui l’ammissibilità degli emendamenti ai disegni di legge di conversione di decreti-legge; tema già affrontato, da ultimo, nel corso della seduta del 24 gennaio 2007 dell’Assemblea della Camera e che, tra l’altro, era stato oggetto di una lettera inviata dal Presidente della Camera al Presidente del Senato nel mese di gennaio, al fine di promuovere un dialogo tra le due istituzioni sul tema.
Nella relazione del Presidente sono state sottolineate, in particolare, le differenti impostazioni sul punto presenti sia nel dato normativo che nella prassi applicativa in seno ai due rami del Parlamento, che vedono un filtro estremamente più stringente alla Camera che non al Sento, ritenuto tale da condurre a menomazioni delle attribuzioni della Camera dei deputati sotto diversi profili. Innanzitutto risulta chiara la limitazione della possibilità di intervento nel procedimento di conversione del decreto legge della Camera dei deputati rispetto al Senato della Repubblica. In secondo luogo, si coglie una menomazione del diritto-dovere di piena rappresentanza del popolo da parte del singolo deputato rispetto al rappresentante dello stesso popolo presso l’altro ramo del Parlamento.
Alla relazione del Presidente non è seguito un immediato dibatto sul merito della questione, poi avvenuto nella successiva seduta della stessa Giunta per il regolamento in data 13 marzo 2007.
In questa occasione il Presidente ha ripercorso i limiti attualmente vigenti alla Camera in tema di ammissibilità degli emendamenti ai disegni di legge di conversione di decreti-legge, auspicando per il futuro un percorso di armonizzazione degli stessi criteri tra i due rami del Parlamento. In vista di tale prospettiva, il Presidente ha proposto un’interpretazione dell’art. 96-bis, comma 7, reg. Cam. – che fonda l’inammissibilità degli emendamenti ai disegni di legge di conversione che non siano “strettamente attinenti alla materia del decreto-legge” – che condurrebbe a ritenere comunque ammissibili emendamenti connessi sia pure finalisticamente alle materie del decreto-legge. Tale interpretazione attuerebbe una sostanziale estensione dei criteri già comunemente applicati, alla Camera, ai disegni di legge di conversione di decreti-legge “connessi” alla manovra finanziaria (per i quali sono comunque ritenuti ammissibili gli emendamenti volti a conseguire gli obiettivi finanziari del decreto) e ai disegni di legge di conversione dei decreti-legge recanti proroghe di termini (cui sono ammessi emendamenti comunque volti a prorogare i termini in scadenza). Accanto a ciò, si porrebbe in ogni caso l’esigenza di una necessaria proporzione anche quantitativa tra gli emendamenti e la dimensione complessiva del decreto.
L’on. Gibelli (LNP) ha però sottolineato come l’interpretazione proposta dal Presidente potrebbe creare problemi dal punto di vista dell’individuazione del carattere finalistica del decreto, specie nei ricorrenti casi di decreti-legge intersettoriali.
La discussione si è protratta anche nella seduta della Giunta del 20 marzo, ma non ha portato ad una definitiva determinazione della questione.
Le proposte che sono emerse nel dibattito sono state varie e diverse. L’on. La Loggia (FI) ha prospettato la possibilità di attività comuni, ed eventualmente congiunte, tra la Giunta per il regolamento della Camera e l’omologo organismo presso il Senato ed anche l’eventualità che le soluzioni concordate possano trovare applicazione a partire dalla prossima legislatura. Nel merito ha poi sottolineato l’impossibilità di deflettere dalla rigidità nella valutazione degli emendamenti colti ad inserire norme di delega in sede di conversione, magari anche attraverso un ripensamento circa l’efficacia delle pronunce del Comitato per la legislazione. Analoga attenzione per il ruolo e l’attività del Comitato è stata sottolineata dall’on. Leone (FI), che ne ha proposto un coinvolgimento nella valutazione degli emendamenti ai disegni di legge di conversione, ricavando per tale organo in via interpretativa una funzione di consulenza e di supporto del Comitato per la legislazione anche alla stessa Presidenza della Camera, anche evidenziando la natura paritetica dell’organo, che lo pone in una sorta di condizione di terzietà ed imparzialità.
Il Presidente ha replicato che sottoporrà gli esiti del dibattito al Presidente del Senato, per le valutazioni di competenza di quel ramo del Parlamento, anche in vista del raggiungimento dell’auspicata intesa, ma tuttavia ha escluso che le opzioni avanzate nel dibattito potessero essere adottate in via interpretativa, necessitando esse innovazioni regolamentari.

a cura di Giovanni Piccirilli