Aiuti di Stato : La Commissione europea cita l’Italia davanti la Corte di Giustizia per non aver recuperato aiuti di Stato illegali

10.02.2005

La Commissione europea ha deciso di adire la Corte di Giustizia a causa della violazione da parte dell’Italia di una decisione del 5 giugno 2002 (IP/02/817). Questa decisione stabiliva che gli aiuti accordati dall’Italia a imprese di servizio pubblico erano incompatibili con il Trattato e dovessero essere recuperati dai beneficiari. A due anni dalla decisione la Commissione ha tuttavia constatato che l’Italia non ha ancora preso le misure necessarie per recuperare gli aiuti in questione e di conseguenza ha deciso di adire la Corte al fine di ottenere l’esecuzione della decisione.
Il Commissario alla concorrenza, Neelie Kroes, ha commentato “Ho intenzione di mantenere una linea di condotta molto severa con gli Stati membri che non rispetteranno le decisioni della Commissione in materia di aiuti di Stato. Questo approccio è indispensabile per assicurare la credibilità della politica condotta in questo settore”
La Commissione ha constatato che l’Italia non aveva proceduto, come richiesto dalla decisione, al recupero degli aiuti, accordati per mezzo della legge 142/90, a determinate imprese il cui azionariato era in maggioranza in mano pubblica.
Conformemente alle regole in materia di recupero di aiuti illegali, l’Italia avrebbe dovuto prendere tutte le misure necessarie per ottenere una esecuzione immediata ed effettiva della decisione della Commissione e consentire in tal modo il ripristino di condizioni concorrenziali effettive.
Due anni e mezzo dopo la decisione, la Commissione ha stabilito che l’Italia ha adottato solo misure preliminari e nessura effettiva misura di recupero degli aiuti concessi.
Non è la prima volta che la Commissione persegue l’Italia per la non esecuzione di una decisione in materia di aiuti di Stato.

a cura di Antonio Barreca