Adottando con 534 voti favorevoli, 85 contrari e 21 astensioni la relazione di Jo LEINEN (PSE, DE), il Parlamento approva la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione (nella versione allegata alla relazione stessa) e dà mandato al suo Presidente di proclamarla solennemente, prima della firma del trattato di riforma, congiuntamente al Presidente del Consiglio europeo e al Presidente della Commissione. L’idea sarebbe di procedere alla proclamazione durante la sessione plenaria del 12 dicembre a Strasburgo. Il Parlamento sottolinea poi che, confermando lo status giuridicamente vincolante della Carta, il progetto di trattato di riforma «ha tutelato la sostanza del maggiore successo della parte II del trattato che adotta una costituzione per l’Europa». Il Presidente è anche incaricato di provvedere alla pubblicazione della Carta sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.
La relazione ricorda peraltro che, già nel novembre 2000, il Parlamento ha approvato il progetto di Carta dei diritti fondamentali, proclamata solennemente a Nizza il successivo mese di dicembre dai Capi di Stato e di governo. Rammenta inoltre che il Parlamento europeo ha già accettato le modifiche apportate alla Carta dei diritti fondamentali quando, nel settembre 2003, ha valutato l’esito dei lavori della Convenzione sul futuro dell’Europa e quando, nel gennaio 2005, ha approvato il trattato costituzionale risultante dai lavori della Conferenza intergovernativa.
Pone in luce poi che, fornendo il suo parere sulla convocazione della CIG del 2007, il Parlamento «ha protetto lo status giuridico vincolante della Carta dei diritti fondamentali», esprimendo al contempo significative preoccupazioni in merito al protocollo 7 «che cerca di evitare di rendere la Carta applicabile in sede di giudizio in alcuni Stati membri». In proposito, facendo proprio un emendamento proposto dai Verdi e sostenuto dal relatore, «rivolge un urgente appello alla Polonia e al Regno Unito a compiere ogni sforzo per poter comunque pervenire a un consenso sull’applicazione illimitata della Carta».
Tuttavia, «a meno che lo Stato membro decida altrimenti», sono ammesse delle deroghe nei casi di opere cinematografiche, film e serie prodotti per i servizi di media audiovisivi, programmi sportivi e di intrattenimento leggero. Come anche nei casi in cui non vi sia pagamento, «ma soltanto fornitura gratuita di determinati beni o servizi, quali aiuti alla produzione e premi, in vista della loro inclusione all’interno di un programma». Ma è esclusa qualsiasi deroga ai programmi per bambini.
Per il “product placement”, valgono gli stessi principi definiti per la sponsorizzazione. La direttiva, tuttavia, dà la possibilità agli Stati membri, «in via eccezionale», di non applicare le disposizioni relative all’identificazione – all’inizio, alla ripresa e alla fine del programma – dell’inserimento del prodotto. A condizione, però, che il programma in questione non sia stato prodotto né commissionato dal fornitore di servizi di media stesso o da un’impresa legata al fornitore di servizi di media.
Promozione delle “opere europee”
Secondo le vigenti disposizioni, gli Stati membri debbono vigilare, «ogniqualvolta sia possibile e ricorrendo ai mezzi appropriati», che le emittenti televisive riservino ad opere europee «la maggior parte del loro tempo di trasmissione», escluso il tempo dedicato a notiziari, manifestazioni sportive, giochi televisivi, pubblicità, servizi di teletext e televendite. E’ anche previsto di riservare il 10% del tempo di trasmissione alle opere europee «indipendenti».
In proposito, la nuova versione della direttiva introduce una diversa definizione di “opere europee” e, limitatamente ai servizi audiovisivi “a richiesta”, chiede agli Stati membri di promuoverne la produzione e l’accesso. La promozione, è precisato, potrebbe riguardare, fra l’altro, «il contributo finanziario che tali servizi apportano alla produzione di opere europee e all’acquisizione di diritti sulle stesse o la percentuale e/o il rilievo delle opere europee nel catalogo dei programmi offerti dal servizio di media audiovisivi a richiesta».