La Conferenza unificata non dà l’intesa sui decreti di attuazione della l. 22 febbraio 2001, n. 36 ( Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici )

10.01.2003

Quando sembrava che finalmente si potesse arrivare all’adozione dei decreti di attuazione della l. 22 febbraio 2001, n. 36 (“Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”) ed, in particolare, dei d.p.c.m. previsti dall’art. 4, comma 2, lett. a), che devono stabilire, rispettivamente, i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità, intesi come valore di campo, per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti, e i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità, intesi come valore di campo, per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 Khz e 300 GHz, è giunto lo stop da parte della Conferenza Unificata.
Nella seduta del 19 novembre 2002, infatti, non è stata raggiunta l’intesa prevista dall’art. 4, comma 2, lett. a), della stessa legge quadro.
L’opposizione delle Regioni ha riguardato sia l’entità dei “numeretti” indicati dai decreti (in particolare i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità relativamente agli elettrodotti, ritenuti troppo elevati se formulati nell’ambito di un approccio cautelativo), sia il mancato riconoscimento di un effettivo ruolo delle Regioni nella materia, ruolo convalidato anche dalla giurisprudenza costituzionale (sent. n. 382/1999 e sent. n. 407/2002).
Che fine faranno allora i decreti sull’elettrosmog?
Per un verso, l’art. 9 del d.lgs. 28 agosto 1997, n. 281, disciplinando in via generale le forme dell’intesa in sede di Conferenza Unificata, sembra non prevedere un meccanismo per superare l’eventuale mancato raggiungimento dell’intesa medesima, con il rischio di una potenziale paralisi di funzionamento; per altro verso, l’art. 4, comma 3, della l. n. 36/2001 stabilisce che, qualora entro il termine di adozione dei decreti (sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge, termine ampiamente scaduto) non siano state raggiunte le intese in sede di Conferenza Unificata, il Presidente del Consiglio dei ministri adotta i decreti entro i trenta giorni successivi.

a cura di Giorgio Grasso