Approvato il decreto legislativo “correttivo” in materia di emissione dei gas ad effetto serra

14.04.2008

Il 27 febbraio 2008 il Consiglio dei Ministri ha deliberato in via definitiva lo schema di decreto legislativo con cui si apportano correzioni ed integrazioni al decreto legislativo 4 aprile 2006, n. 216 volto a garantire l’attuazione delle direttive comunitarie 2003/87/CE e 2004/101/CE in materia di scambio di quote di emissioni dei gas ad effetto serra nella Comunità, con riferimento ai meccanismi di progetto del Protocollo di Kyoto. (D. Lgs n. 51, del 7 marzo 2008, recante “Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 4 aprile 2006, n. 216, recante attuazione delle direttive 2003/87/CE e 2004/101/CE in materia di scambio di quote di emissione dei gas ad effetto serra nella Comunità, con riferimento ai meccanismi di progetto del protocollo di Kyoto”).
A seguito dei problemi emersi dall’applicazione del decreto legislativo n. 216 del 2006 e, soprattutto, per dare attuazione alla direttiva n. 87 del 2003, il Governo è intervenuto per consentire all’Italia di partecipare effettivamente al primo quinquennio di scambio dei diritti di emissione e di verifica degli obiettivi del protocollo di Kyoto, che ha avuto inizio il 1° gennaio 2008.
La politica europea si basa, infatti, sui meccanismi cosiddetti flessibili basati sul mercato, quali il meccanismo dell’attuazione congiunta (Joint Implementation – JI) ed il meccanismo per lo sviluppo pulito (Clean Development Mechanism – CDM), al fine di conseguire le riduzioni previste delle emissioni globali in modo efficace sotto il profilo dei costi, trasferendo contestualmente tecnologia avanzata ad altri paesi industrializzati e in via di sviluppo.
Il decreto correttivo introduce una nuova definizione di credito d’emissione quali unità di credito di emissione prodotte, commerciate e contabilizzate a norma del Protocollo di Kyoto, e comprendenti le unità del monte emissioni assegnato nonché le unità di rimozione delle emissioni. L’elencazione delle diverse tipologie di crediti, che possono derivare dai meccanismi flessibili del Protocollo di Kyoto, dovrebbe facilitare l’utilizzo in concreto dei crediti di emissione nel sistema europeo di emission trading ed estendere a tali crediti la disciplina delle transazioni prevista per le quote di emissione.
Vengono disposte anche alcune modifiche al procedimento di autorizzazione agli impianti per l’emissione di CO2, nonché altre modifiche puntuali del sistema introdotto dal precedente decreto n. 216 del 2006.
Inoltre per superare i numerosi problemi emersi con riferimento all’attività del Comitato, autorità nazionale competente per la predisposizione del Piano nazionale di assegnazione dei crediti di emissione, si è reso necessario ripensare l’organo, ampliandone la struttura e chiarendone in modo espresso le competenze. In questo modo si prevede una predisposizione tempestiva del Piano, nonché l’effettivo funzionamento del sistema sanzionatorio previsto in caso di inadempimento degli obblighi imposti alle imprese.
Ciò dovrebbe portare un incremento nell’utilizzo dei meccanismi flessibili in Italia, ad oggi limitati alle grandi imprese, con ripercussioni positive non solo per il sistema produttivo italiano, che potrebbe sfruttare a pieno le opportunità di investimenti in meccanismi flessibili e creare nuovi flussi finanziari, ma anche per l’effettivo raggiungimento degli obiettivi di Kyoto da parte dell’Italia.
Altra novità ascrivibile al decreto consiste nell’istituzione di un Sistema nazionale per la realizzazione dell’Inventario Nazionale dei Gas Serra, come richiesto dall’art. 4, par. 4 della Decisione n. 280/2004/CE e dall’art. 5.1 del Protocollo di Kyoto e dalla decisione 19/CP.7 della Conferenza delle parti del Protocollo di Kyoto, predisposto indispensabile per la partecipazione di un paese ai meccanismi flessibili. La realizzazione e la gestione dell’Inventario nazionale è affidata all’APAT, mentre la competenza per l’approvazione del sistema e per la trasmissione dei dati agli organismi della Convenzione-quadro sui cambiamenti climatici e del Protocollo di Kyoto è attribuita al Ministero dell’Ambiente.

a cura di Cecilia Nardelli