Sommario: 1. Le nuove tecniche di politica “etico-penale” introdotte in materia di corruzione. – 1.1. La previsione di operazioni sotto copertura. – 2. L’emancipazione dell’infiltrato dal provocatore: potenzialità, rischi e cautele di un istituto ibrido. – 3. La collocazione della non punibilità dell’agente sotto copertura tra scriminante sostanziale e procedurale: i termini del giudizio sul bilanciamento di interessi e le irrinunciabili istanze di determinatezza. – 4. Principali profili di criticità sul piano esegetico: le (dis)attenzioni del legislatore e lo “spettro” della provocazione. – 4.1. Reati presupposto e condotte scriminate: i problemi di determinatezza sostanziale. – 4.2. Il mancato potenziamento dei requisiti procedurali. – 5. Le difficoltà di infiltrazione: le notevoli aspettative, le scarse possibilità di “successo” e i consistenti rischi di distorsioni sul piano operativo. – 6. Nota conclusiva (un primo, circoscritto, ma significativo riscontro della prassi).
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Extremis malis, extrema remedia: l’infiltrazione investigativa quale forma di esercizio autorizzato di poteri coercitivi, in funzione di contrasto della corruzione
31.08.2020