Audizione del Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato innanzi alla Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi in merito allo schema di Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri concernente l’affidamento in concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale.
Lo scorso 29 marzo, si è tenuta l’audizione del Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM o Autorità) Giovanni Pitruzzella innanzi alla Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi in merito allo schema di Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (Schema di Decreto) concernente l’affidamento in concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale. Con tale decreto, unitamente alla convenzione stipulata tra Ministero dello Sviluppo Economico e Rai (Convenzione), viene data attuazione alle previsioni (in particolare, artt. 45 e 49) del Decreto Legislativo 31 luglio 2005, n. 177 – Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici (TUSMAR) che prevedono che il servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale venga affidato in concessione decennale a Rai (tale servizio viene esercitato sulla base di un contratto di servizio nazionale, stipulato con il Ministero dello Sviluppo Economico, previa delibera del Consiglio dei Ministri, e di contratti di servizio a livello regionale, rinnovati ogni cinque anni nell’ambito della concessione).
Il Presidente Pitruzzella, dopo aver manifestato il proprio apprezzamento per la definizione di un quadro di riferimento caratterizzato da un maggiore livello di certezza e trasparenza rispetto ai precedenti contratti che finivano, di fatto, per agevolare regimi di prorogatio, si è soffermato, inizialmente, sugli aspetti relativi all’ambito multimediale, con particolare riferimento alla circostanza secondo la quale, ai sensi dell’art. 3 dello Schema di Decreto, la società concessionaria debba garantire, tra gli altri servizi online offerti, la programmazione in live streaming, anche in considerazione della diffusione delle nuove tendenze di fruizione dei media.
Il Presidente dell’AGCM ha ricordato, inoltre, la necessità che le risorse pubbliche vengano utilizzate esclusivamente per soddisfare le esigenze connaturate allo svolgimento del servizio pubblico, evitando di falsare il regime competitivo nel mercato della raccolta pubblicitaria su mezzo televisivo.
Infine, la conclusione dell’intervento è stata dedicata all’obbligo, discendente dall’art. 4 della bozza di Convenzione, gravante su Rai (e la propria partecipata Rai Way) di operare all’avanguardia, nella sperimentazione e sviluppo di nuove tecnologie, al fine di sfruttare al meglio le frequenze concesse dallo Stato. Il settore degli impianti di diffusione di trasmissioni televisive è tuttora al centro di forti interessi di mercato (nazionali ed internazionali), specialmente per le c.d. tower companies, che ospitano (anche in co-sharing) impianti televisivi, radiofonici e di telecomunicazione. Al momento, sono due in Italia le tower companies (Rai Way ed EI Towers, quest’ultima riconducibile al gruppo Mediaset), rispetto alle quali continuano ad inseguirsi voci di un possibile merger, nonostante, in tempi recenti, l’Autorità, espressasi su un progetto di concentrazione notificatole da questi due soggetti, abbia già rilevato criticità concorrenziali per cui si passerebbe, di fatto, ad un unico operatore nazionale, peraltro verticalmente integrato, con possibili ricadute negative per la concorrenza inter alia nei mercati a valle del broadcasting digitale e in quello della raccolta pubblicitaria televisiva.