Nella seduta antimeridiana del Senato 5 novembre 2014, nell’ambito della discussione del disegno di legge n. 1651 (di conversione del decreto-legge n. 133 del 2014, sulla ripresa delle attività produttive), il Presidente del Senato, sen. Grasso, respingeva la domanda di porre in votazione la richiesta di non passaggio all’esame degli articoli formulata dal sen. Crimi (M5S) immediatamente prima della posizione della questione di fiducia da parte del Governo.
Contestando la scelta operata dalla Presidenza, nella successiva seduta pomeridiana, il sen. Palma (FI-PDL XVII) rilevava la mancata applicazione del c.d. “lodo Marini-Chiti”, ossia l’accordo procedurale raggiunto in seno alla Conferenza dei capigruppo nel corso della XV legislatura in base al quale le questioni sospensive o pregiudiziali presentate prima della posizione della questione di fiducia hanno la priorità rispetto a quest’ultima.
Chiarendo che la richiesta di non passaggio all’esame degli articoli non integra una questione incidentale o sospensiva, trattandosi bensì di una questione “sostanziale”, il Presidente affermava l’inapplicabilità al caso di specie del “lodo Marini-Chiti”, fermo restando la possibilità per la Conferenza dei capogruppo di estendere in futuro il precedente accordo anche alle richieste di non passaggio all’esame degli articoli.
La presidenza evidenziava altresì la natura “politica” della soluzione raggiunta con il “lodo Marini-Chiti”, il quale, d’altronde, era stato adottato dalla Conferenza dei Capogruppo e non già dalla Giunta per il Regolamento. A termini di Regolamento, infatti, la posizione della questione di fiducia travolge qualsiasi ulteriore questione. Peraltro, in base all’accordo procedurale raggiunto in seno alla Conferenza dei Capigruppo nella XV legislatura, il Governo si assumeva l’impegno di porre la questione di fiducia solamente dopo la votazione delle questioni pregiudiziali o sospensive.