Sommario: 1. Premessa: gli errori dagli anni Novanta del ‘900 ad oggi e i possibili rimedi; 2.1 L’erronea riforma del Titolo V Cost. e l’impossibile federalismo; 2.2. L’erronea riforma dello statuto giuridico del personale pubblico; 2.3. L’erroneo e caotico apparato legislativo e l’inefficienza della giustizia; 3.1. Il rimedio di un modello di Stato poco dispendioso e molto efficiente; 3.2. Il rimedio della formazione di una classe dirigente all’altezza e della introduzione della meritocrazia; 3.3. Il rimedio delle leggi chiare e di una giustizia efficiente; 4. Conclusioni: “ritorno al futuro” con uno Stato unitario e forte.
Abstract
In Italia, le riforme amministrative hanno introdotto un eccessivo localismo, così moltiplicando i centri di spesa e disperdendo la dimensione nazionale ed unitaria della pubblica amministrazione e del pubblico interesse. La devoluzione di troppe competenze alle regioni ed agli enti locali ha quindi frammentato lo Stato, che ha perso il suo ruolo centrale di promotore del benessere della comunità nazionale, alimentando peraltro una intrinseca inconcludenza decisionale nella definizione delle politiche pubbliche. In tale ottica, tre appaiono i punti critici a cui è necessario porre urgente rimedio e sono: 1) l’errata riforma costituzionale ed amministrativa pseudo-federalista; 2) l’errata riforma della privatizzazione del pubblico impiego; 3) l’errata impostazione delle fonti di produzione delle norme giuridiche.