Nel corso della seduta pomeridiana dell’Assemblea della Camera di giovedì 21 marzo 2013, in seguito alla proclamazione degli onorevoli eletti a costituire l’Ufficio di Presidenza e alla convocazione di quest’ultimo, da parte del Presidente Boldrini, per l’indomani, venerdì 22 marzo, il neo-vicepresidente on. Lupi lamentava una non corretta applicazione del regolamento.
In particolare, richiamando l’art. 5, commi 3 e 4, del regolamento, sottolineava come l’Ufficio di Presidenza, appena insediatosi, non fosse nel pieno del suo funzionamento dal momento che alcuni Gruppi, regolarmente costituiti ed eletti, non erano rappresentati (Lega nord-Autonomie e Misto). Il Presidente, pertanto, non avrebbe potuto procedere a una convocazione formale dell’organo, se non agendo in contraddizione con il regolamento stesso e creando un discutibile precedente. L’on. Lupi suggeriva, quindi, di convocare urgentemente una nuova Assemblea della Camera “per l’elezione e il completamento dell’Ufficio” e notificava la disponibilità del gruppo Pdl a partecipare a qualsiasi incontro con il Presidente, purché solo di natura informale.
Il regolamento, in seguito alla riforma del 1999, garantisce la rappresentanza nell’Ufficio di tutti i gruppi parlamentari “esistenti all’atto della sua elezione” (art. 5, co.3). Il Presidente, dunque, prima delle votazioni, è tenuto a promuovere le opportune intese fra i Gruppi. Tale garanzia trova maggior vigore nel successivo comma, in base a cui, qualora uno o più Gruppi non risultino ancora rappresentati, “si procede all’elezione di un corrispondente numero di Segretari, che ha luogo in una successiva seduta”.
Il Presidente Boldrini, sollecitata sulla questione anche dagli onorevoli Caparini (Lega Nord e Autonomie), Baldelli e Brunetta (Pdl), sottolineava l’assoluta informalità dell’incontro fissato per l’indomani e garantiva che, in quella sede, non sarebbe stata adottata alcuna decisione sull’organizzazione dei lavori della Camera.