Il Parlamento Europeo, in data 11 settembre 2012, ha approvato in prima lettura (632 voti favorevoli contro 25 contrari) la nuova Direttiva sull’efficienza energetica (Energy Efficiency Directive). Trattasi di una misura di notevole importanza in quanto ridurre il consumo e gli sprechi di energia è uno tra i principali obiettivi della strategia energetica dell’Unione Europea. L’efficienza energetica rappresenta il metodo più economico, efficace e rapido sia per aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento sia per ridurre le emissioni di gas serra responsabili dei cambiamenti climatici. L’Unione Europea si è prefissata l’obiettivo di conseguire entro il 2020 un risparmio del 20% di energia primaria e lo ha incluso tra i cinque obiettivi principali della strategia “Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva”.
Difatti, è proprio in questa prospettiva che l’Unione, rendendosi conto del rischio di non poter conseguire l’obiettivo suddetto entro la data prestabilita, ha così deciso di adottare nuove misure di efficienza energetica da attuare nei vari settori dell’economia, stabilendo un quadro comune di norme vincolanti atte a promuovere, oltre ad un congruo risparmio energetico, anche un consumo il più efficiente possibile di energia nelle abitazioni, nelle industrie e nel settore dei trasporti e a rimuovere quegli ostacoli e a superare alcune di quelle carenze del mercato che frenano l’efficienza nella fornitura e nell’uso della stessa.
Più nel dettaglio, la Direttiva porta avanti misure giuridicamente vincolanti di risparmio energetico volte ad intensificare gli sforzi degli Stati Membri di utilizzare l’energia in modo più efficiente in tutte le fasi della catena energetica, dalla trasformazione di energia alla sua distribuzione e al suo consumo finale. Tali misure includono inoltre l’obbligo giuridico, a carico di ciascuno Stato Membro dell’Unione, di stabilire regimi nazionali obbligatori e vincolanti di efficienza e risparmio energetico, impongono audit energetici obbligatori e periodici per le grandi imprese e stabiliscono una serie di requisiti per le società del settore dell’energia in materia di misurazione e fatturazione.
L’adozione della Direttiva è un risultato di fondamentale importanza per l’Europa intera, sia dal punto di vista del conseguimento della sicurezza energetica che della realizzazione degli obiettivi climatici dell’Unione, ma anche e soprattutto per il forte impulso che la nuova legislazione darà all’economia europea, creando nuovi posti di lavoro e riducendo il notevole e crescente costo della dipendenza dell’Unione dalle importazioni di energia, il quale, solo nel 2011, ammontava a 488 miliardi di euro, circa il 3,9% del PIL.
Nello specifico, la Direttiva indica agli Stati Membri in che modo conseguire la riduzione del 20% del consumo di energia, imponendo a ciascuno di essi di adottare, entro aprile del 2013, un proprio target nazionale, il quale verrà regolarmente monitorato e valutato dalla Commissione Europea, la quale disporrà altresì del potere di intervenire con misure e aggiustamenti nei confronti di quelle nazioni che non rispetteranno gli impegni assunti rischiando dunque di mancare il proprio obiettivo. Non sarà dunque l’Unione Europea a stabilire obiettivi vincolanti, ma bensì spetterà a ciascuno Stato Membro fissare obiettivi nazionali e prevedere un piano d’azione per l’efficienza energetica da presentare ogni tre anni (nel 2014, nel 2017 e nel 2020).
Il passaggio a un’economia più efficiente sotto il profilo energetico consentirà così di accelerare la diffusione di soluzioni tecnologiche innovative e di migliorare la competitività dell’industria dell’Unione, dando un nuovo impulso all’economia europea attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro di elevata qualità in settori connessi con l’efficienza energetica.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti consultare i seguenti link:
http://ec.europa.eu/energy/efficiency/eed/eed_en.htm
http://ec.europa.eu/energy/efficiency/eed/doc/20120424_energy_council_non_paper_efficiency_en.pdf