a cura di Piero Gambale
Contrariamente a quanto avvenuto presso l’altro ramo del Parlamento, dove il processo di riforma dei regolamenti parlamentari è ripartito dalla formale presentazione di un testo condiviso dai due principali gruppi (Doc. II, n. 29, d’iniziativa dei senatori Quagliariello (PdL) e Zanda (PD)), alla Camera dei Deputati si è adottato un metodo diverso per attivare il percorso di riforma dei regolamenti parlamentari.
In un primo momento, infatti, sono stati raccolti gli orientamenti dei Gruppi in ordine a possibili modifiche dei regolamenti parlamentari in sede di Conferenza dei presidenti dei gruppi (seduta del 14 marzo 2012): luogo a stretto rigore di regolamento non competente in materia, essendo il contesto nel quale ci si occupa di programmazione dei lavori parlamentari. Successivamente, nel corso della seduta della Giunta per il regolamento del 29 marzo, sono state discusse le comunicazioni del Presidente sulle prospettive di riforma del regolamento della Camera.
Tenuto conto degli orientamenti emersi in sede di Conferenza dei presidenti dei gruppi parlamentari, il Presidente ha individuato tre possibili aree di intervento sulle regole procedurali della Camera dei deputati, la cui delimitazione deve necessariamente tenere conto di due condizioni: a) le Camere non sono più il centro del sistema di produzione normativa, bensì una delle componenti di un contesto divenuto “policentrico”, nel quale ad esse sono affidate sempre più funzioni di controllo, in “forme – citazione letterale – per certi versi inedite”; b) la contemporanea riscrittura delle regole costituzionali sul bicameralismo e di quelle, “materialmente” costituzionali, della legislazione elettorale.
Tali aree corrispondono ad un primo livello di intervento di c.d. “manutenzione” dei testi normativi ed avrebbe lo scopo di ammodernare il regolamento nelle parti non più attuali perché superate o integrate da prassi consolidate o dalle pronunce della Giunta per il Regolamento; ad un secondo livello di intervento su norme e istituti che, senza collegarsi direttamente con la forma di governo e con la sua possibile evoluzione, incidono sull’efficacia dell’azione del Parlamento sia nell’esercizio della funzione legislativa sia nello svolgimento delle funzioni di indirizzo e controllo; c) infine, un terzo livello di intervento sarebbe strettamente connesso alle riforme costituzionali e riguarderebbe essenzialmente una ridefinizione della posizione del Governo in Parlamento: in tale cornice si inseriscono le modifiche regolamentari in tema di procedimento legislativo volte a rafforzare il ruolo del Governo in Parlamento.
Al termine della seduta, la Presidenza ha affidato al Vicepresidente della Camera, on. Antonio Leone (PdL), il compito di verificare punti specifici di convergenza con i gruppi parlamentari.
Nella seduta della Giunta per il regolamento del 29 maggio 2012, il Vicepresidente Antonio Leone ha annunciato di aver concluso una preliminare istruttoria.