di Cristina Fasone
Nella seduta del 24 gennaio 2011 le commissioni riunite Affari esteri e Politiche dell’Unione europea della Camera e del Senato hanno svolto in videoconferenza l’audizione dei rappresentanti del Parlamento europeo nel gruppo di lavoro sul progetto di Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance nell’Unione economica e monetaria (c.d. “Fiscal compact”), Roberto Gualtieri, Elmar Brok, Greg Verhofstadt e Daniel Cohn-Bendit.
Gli artt. 127-ter, comma 1 reg. Cam. e 144-quater, comma 1 reg. Sen., in base ai quali l’audizione si è svolta, non prevedono l’ipotesi in cui i soggetti auditi non possano essere fisicamente presenti nelle aule parlamentari ove l’audizione ha luogo.
Si ricorda che oggetto dell’audizione è stato un progetto di Trattato internazionale negoziato al di fuori della procedura europea di revisione o di redazione dei Trattati ex art. 48 TUE, sebbene riguardante la politica economica e monetaria dell’Unione europea. Non potendosi seguire la procedura prevista dai Trattati, a causa dell’opting out di due Stati membri, Regno Unito e Repubblica ceca, i Parlamenti nazionali e il Parlamento europeo non hanno potuto essere coinvolti formalmente nella fase di negoziazione, come invece sarebbe accaduto qualora fosse stata convocata, ad esempio, una Convenzione.
Giacchè in via informale sono stati ammessi a seguire il negoziato tre rappresentanti del Parlamento europeo più un sostituto, l’audizione in questione può rappresentare un esempio di “cooperazione interparlamentare efficace” in base all’art. 9 del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti nazionali annesso al Trattato di Lisbona: il Parlamento italiano ottiene in questo modo informazioni sul progetto di Trattato, oltre che dal proprio Governo, anche dall’Istituzione che in qualche misura ne costituisce il complemento nell’Unione, garantendo il Parlamento europeo la rappresentanza diretta dei cittadini europei.