a cura di Piero Gambale
Durante la seduta della Camera dei deputati del 14 dicembre 2011, gli onorevoli Giachetti (PD), Compagnon (UdCTP) e Baldelli (PdL), intervenendo sull’ordine dei lavori, segnalano che, alla luce della decisione di rilevare, ai fini della eventuale decurtazione della indennità, le presenze dei deputati nelle Commissioni, diviene particolarmente urgente l’esigenza di una maggiore compatibilità dei lavori tra l’Assemblea, le Commissioni permanenti e le Commissioni bicamerali. In particolare, segnalano che le convocazioni delle Commissioni bicamerali prescindono dalle regole, anche di prassi, che rendono compatibile l’impegno dei parlamentari in Aula con quello nelle Commissioni permanenti, come accade, ad esempio, quando essendo l’Assemblea impegnata in una discussione sulle linee generali di un provvedimento, le Commissioni possono essere sì convocate, purchè in esse non si proceda a votazioni.
Al fine di raccordare al meglio l’organizzazione dei diversi collegi parlamentari, l’on. Baldelli (PdL) propone che coloro i quali seguono o intendono seguire una discussione sulle linee generali, possano essere in qualche modo esentati dalla firma in Commissione; analogamente, coloro i quali, durante lo svolgimento di strumenti di sindacato ispettivo in Assemblea, nel caso dovessero esserci delle contemporanee sedute di Commissione, siano impegnati come primi firmatari o nella illustrazione o nella replica, con il Governo in aula, abbiano la stessa possibilità di essere esentati dalla presenza in Commissione.
La Presidenza, nel rimarcare la delicatezza della questione, ricorda che, per quanto riguarda i lavori delle Commissioni bicamerali, occorre raggiungere un’intesa con la Presidenza del Senato, in modo che le convocazioni di tali Commissioni non siano contestuali a quelle delle Commissioni permanenti; in subordine, può prevedersi che sia il deputato o il senatore ad effettuare e comunicare la scelta, in modo che non risulti assente in una delle due Commissioni.