Il seguito parlamentare (al Senato) dell’intervento del Presidente della Repubblica sul decreto-legge “mille proroghe”: una stretta sull’ammissibilità degli emendamenti

28.05.2011

 

 A cura di Giovanni Piccirilli

 Il 7 marzo 2011 il Presidente del Senato ha inviato una lettera ai Presidenti delle Commissioni permanenti, nonché, per conoscenza, al Ministro per i rapporti con il Parlamento, nella quale ha sollecitato un maggior rigore nel vaglio di ammissibilità delle proposte emendative riferite a ddl di conversione, specie alla luce di quanto accaduto nel corso del procedimento di conversione del decreto-legge “mille proroghe”, in occasione del quale il Presidente della Repubblica aveva richiesto di espungere dal testo le norme estranee all’oggetto originario del decreto-legge, nonché aveva prospettato per il futuro un esercizio pieno del potere di rinvio ex art. 74 Cost. in casi analoghi.

Nella lettera, oltre a richiamarsi la precedente missiva del 21 novembre 2008 di analogo contenuto, si citano le sedute dell’Assemblea nelle quali la Presidenza aveva già ritenuto di accedere a una interpretazione restrittiva dell’emendabilità dei disegni di legge di conversione (11 febbraio 2009 e 26 maggio 2010). Infine, il Presidente del Senato ha rinnovato l’invito ad una “piena conformazione” degli orientamenti dei Presidenti delle Commissioni permanenti in sede di vaglio di ammissibilità all’indirizzo dettato dal parere della Giunta per il regolamento dell’8 novembre 1984, nel quale fu appunto richiesta una interpretazione “particolarmente rigorosa” dell’inammissibilità degli emendamenti estranei per materia rispetto al testo originario in relazione ai disegni di legge di conversione.

 

 

Alessandroa.baroni