Dopo un anno di proroga, dal primo gennaio 2011 è entrato in vigore l’art. 32 della legge n. 69/2009 in base al quale “gli obblighi di pubblicazione di atti e provvedimenti amministrativi aventi effetto di pubblicità legale si intendono assolti con la pubblicazione nei propri siti informatici da parte delle amministrazioni e degli enti pubblici obbligati” e, viceversa, dal primo gennaio 2010 (prorogato al primo gennaio 2011), “le pubblicazioni effettuate in forma cartacea non hanno effetto di pubblicità legale” (ferma restando la possibilità per le amministrazioni e gli enti pubblici, in via integrativa, di effettuare la pubblicità sui quotidiani a scopo di maggiore diffusione, nei limiti degli ordinari stanziamenti di bilancio).
Nel nostro ordinamento amministrativo, molti sono gli atti e i provvedimenti sottoposti ad obblighi di pubblicità legale, tra i quali i bandi di concorso, i bandi di gara, gli atti dello stato civile, etc. In particolare relativamente agli albi pretori, di peculiare rilevanza nell’attività dei Comuni, la situazione è molto differenziata a livello nazionale. Il Ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione ha riportato i dati di una ricerca svolta con il CNR, da cui è risultato che finora 5.133 Comuni (pari al 66,80% del totale) hanno predisposto una sezione online dell’Albo pretorio, così suddivisi su base regionale: 51 Comuni in Basilicata (40,5%), 50 in Molise (41,0%), 123 in Abruzzo (47,3%), 174 nel Lazio (52,7%), 119 in Friuli Venezia Giulia (56,4%), 167 in Trentino Alto Adige (56,6%), 140 nelle Marche (58,6%), 338 nel Veneto (59,1%), 152 in Puglia (60,8%), 239 in Sicilia (61,9%), 243 in Sardegna (64,5%), 47 in Valle d’Aosta (65,3%), 136 in Liguria (65,7%), 1.030 in Lombardia (68,8%), 243 in Emilia-Romagna (70,0%), 382 in Campania (71,4%), 291 in Calabria (74,6%), 68 in Umbria (78,2%), 882 in Piemonte (80,6%) e 258 (90,2%) in Toscana.
Il passaggio all’albo pretorio on line costituisce, in generale, una importante misura di semplificazione attraverso servizi on line. Si tratta, infatti, di servizi amministrativi resi a grandi numeri di utenti, la cui erogazione on line potrebbe, da un lato, migliorare la qualità del servizio e, dall’altro, ridurre i costi di erogazione da parte delle amministrazioni.