Svolta a Cernobbio il 24-25 ottobre 2003 la Conferenza dei ministri europei delle comunicazioni sul digitale terreste.

10.03.2004

Nell’ambito dell’attività del Semestre di Presidenza Italiana dell’Unione Europea, il 24 e il 25 ottobre 2003 si è svolta a Cernobbio (Villa Erba) la Conferenza ministeriale su “Il digitale terrestre, larga banda, interattività”. Vi hanno preso parte il Commissario Europeo responsabile delle Imprese e della Società dell’Informazione Erkki Liikanen e le delegazioni dei 15 Paesi già appartenenti alla UE, dei 10 Paesi il cui ingresso è previsto nel 2004 e dei tre Paesi candidati all’adesione (Bulgaria, Romania e Turchia).
Ai lavori della Conferenza si è fatto precedere un incontro di studio e di aperto confronto (organizzato con la partecipazione della Fondazione Ugo Bordoni e dell’ISIMM – Istituto per lo studio dell’innovazione nei media e per la multimedialità) tra i players del sistema (broadcaster, industria, università, istituti di ricerca, studiosi,  ecc.) e un confronto tra questi ultimi e le delegazioni rappresentative dei diversi Paesi. E’ intervenuto anche il Presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni Enzo Cheli.
Al centro dei lavori del Consiglio la transizione del sistema di trasmissione televisiva terrestre dallo standard analogico a quello digitale.
L’argomento di questa Conferenza costituisce la continuazione dei temi discussi nei Consigli Informali di Viterbo e Siracusa (settembre 2003) e rappresenta un ponte  tra il tema delle comunicazioni elettroniche a banda larga e quello dei nuovi servizi audiovisivi, realizzando la cosiddetta convergenza multimediale.
Dalle conclusioni delle due giornate di Cernobbio viene fuori l’importanza del processo di digitalizzazione della televisione terrestre.
Siamo di fronte ad un processo che non è una semplice trasformazione tecnologica, ma riveste implicazioni di carattere socio-economico, culturale e sociale e rappresenta una sfida industriale di enormi proporzioni. La trasmissione terrestre in tecnologia digitale non rappresenta, si dice nel documento conclusivo dei gruppi di lavoro, solo un’innovazione di prodotto, ma anche di sistema perché configura una piattaforma tecnologica complementare al PC per l’accesso ai servizi della società dell’informazione.
La piattaforma informatica basata sul PC e Internet, che ha rappresentato il primo sviluppo dei servizi interattivi, non si e’ rivelata sufficiente (gli attuali tassi di penetrazione, sono limitati al 30%) a garantirne l’accesso a tutta la popolazione. In questo senso la DTT (Digital Terrestrial Television) può costituire un superamento delle limitazioni del modello di Internet su vari elementi applicativi (ad esempio nella valorizzazione dei contenuti e nel sistema di pricing).
L’elemento tecnologico fondamentale che consente questa evoluzione della TV è l’interattività. Questa, unita ai tradizionali punti di forza della TV (diffusione universale, facilità d’uso, elevati tempi di fruizione), rende la piattaforma televisiva terrestre lo strumento ideale, nell’attuale fase di sviluppo, per completare la diffusione dell’interattività e far fronte al problema del “digital divide”.
L’introduzione delle tecnologie digitali porterà al  risultato della nascita di nuovi servizi, consentirà una più ampia scelta da parte dei consumatori, rafforzando il grado di pluralismo dell’informazione  e il tasso della competizione del mercato. La radiodiffusione in tecnica digitale, attraverso la compressione del segnale,  potrà  supportare un’ampia gamma di nuovi servizi e dare a nuovi soggetti la possibilità di entrare nel mercato della  fornitura di contenuti; ma vi sarà anche  una grande opportunità di sviluppo per i servizi interattivi gestiti sia dalle aziende private che dalle Pubbliche Amministrazioni, che permetterà ai cittadini di accedere ad Internet tramite il televisore, diffondendo in maniera esponenziale l’alfabetizzazione informatica.
La televisione digitale potrà  rappresentare una opportunità anche per l’industria dei costruttori di apparati di trasmissione e di terminali, i quali hanno interesse alla realizzazione di una transizione coordinata e standardizzata alla nuova tecnologia, al fine di trarre vantaggio dalle economie di scala evitando nel contempo una frammentazione del mercato.
Nella fase di transizione e’ stato da diverse parti riconosciuto il particolare rilievo del ruolo delle Istituzioni. Esso consiste nel proporre una ricca offerta di servizi (il T-government rappresenta uno degli elementi più qualificanti dell’offerta), nel determinarne tempi e modi, nel coordinare le forze in campo. Il percorso di sviluppo che si sta delineando in Europa nel DTT assume quindi, è stato detto, una forte connotazione di missione pubblica: anche nell’era di Internet la TV rimane uno strumento fondamentale di innovazione culturale della società.Dai recenti Consigli informali di Viterbo e di Siracusa è emerso nettamente che il problema della transizione al digitale terrestre è all’ordine del giorno della maggioranza dei Paesi membri dell’UE, ciascuno dei quali ha elaborato una propria strategia per la transizione, anche in relazione alla situazione relativa allo sviluppo delle piattaforme cavo e satellite. Da parte sua la Commissione europea ha manifestato la sua intenzione di raccogliere informazioni sullo sviluppo nei vari paesi e monitorare l’attuazione delle politiche nazionali, assicurando la loro compatibilità con la normativa comunitaria, pur senza indicare date comuni per lo switch-off del sistema analogico, che dipendono dalle differenze strategiche e di mercato di ciascuno  Stato membro. Era tra gli scopi di questa Conferenza quello di raccogliere le opinioni dei Paesi membri sia sulla comunicazione della Commissione sia sulle possibili strategie da porre in atto per meglio consentire la transizione verso il digitale, anche nell’ottica del  piano di azione eEurope 2005 che impone agli Stati membri di rendere pubbliche le condizioni previste per l’eventuale migrazione entro il dicembre 2003.
a cura di Davide Della Penna