“Noterelle” in tema di federalismo fiscale, ovvero sul “convitato di pietra” delle riforme costituzionali in Italia

22.10.2004

1. Tra le principali questioni poste dalla riforma costituzionale del Titolo V della Costituzione, approvata con legge costituzionale 18 ottobre 2001 n.3, talune – si pensi alla costituzione di una seconda Camera rappresentativa delle entità territoriali substatali, oppure alla diversa configurazione, sia sul piano strutturale sia su quello funzionale, della Corte costituzionale – sono state oggetto, oltre che di un vivace dibattito politico e dottrinale, anche di ipotesi, alquanto articolate e di non agevole definizione, di nuova disciplina di rango costituzionale, l’ultima e più corposa delle quali è tuttora all’esame del Parlamento.
Altre, ed è il caso del cosiddetto “federalismo fiscale” (delle cui vicende si proverà qui a tracciare un breve e necessariamente non esaustivo quadro), sono state, pur in presenza di un dato costituzionale espresso in termini innovativi, apparentemente confinate in un “cono d’ombra” da parte del legislatore ordinario; questo, nonostante che su tale problematica vivaci siano stati sia il dibattito in dottrina sia la giurisprudenza costituzionale.

di Piero Gambale e Natalia Di Vivo


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