1. Tra le principali questioni poste dalla riforma costituzionale del Titolo V della Costituzione, approvata con legge costituzionale 18 ottobre 2001 n.3, talune – si pensi alla costituzione di una seconda Camera rappresentativa delle entità territoriali substatali, oppure alla diversa configurazione, sia sul piano strutturale sia su quello funzionale, della Corte costituzionale – sono state oggetto, oltre che di un vivace dibattito politico e dottrinale, anche di ipotesi, alquanto articolate e di non agevole definizione, di nuova disciplina di rango costituzionale, l’ultima e più corposa delle quali è tuttora all’esame del Parlamento.
Altre, ed è il caso del cosiddetto “federalismo fiscale” (delle cui vicende si proverà qui a tracciare un breve e necessariamente non esaustivo quadro), sono state, pur in presenza di un dato costituzionale espresso in termini innovativi, apparentemente confinate in un “cono d’ombra” da parte del legislatore ordinario; questo, nonostante che su tale problematica vivaci siano stati sia il dibattito in dottrina sia la giurisprudenza costituzionale.
“Noterelle” in tema di federalismo fiscale, ovvero sul “convitato di pietra” delle riforme costituzionali in Italia
22.10.2004