R. Balduzzi (a cura di), I servizi sanitari regionali tra autonomia e coerenze di sistema, Milano, Giuffrè, 2005

21.02.2006

Il volume in esame raccoglie gli Atti del Convegno su I Servizi sanitari regionali a due anni dalla revisione costituzionale, svoltosi a Genova il 20-21 febbraio 2004, organizzato dall’Università di Genova in collaborazione con il Centro di ricerca sulle amministrazioni pubbliche “Vittorio Bachelet” della Luiss Guido Carli di Roma. Si tratta del terzo dei convegni nazionali di studio dedicati a tematiche di diritto sanitario che, a partire dal 2002, si svolgono a Genova con cadenza annuale.
L’obiettivo del convegno è quello di fare il punto su quanto avvenuto nelle Regioni in materia di sanità a pochi anni di distanza da due significativi interventi riformatori: la cosiddetta riforma-ter, che porta a compimento il processo di regionalizzazione del Servizio sanitario nazionale, ormai definito come “il complesso delle funzioni e delle attività assistenziali dei Servizi sanitari regionali”, e la revisione del Titolo V della Costituzione, che posiziona la “tutela della salute” fra le materie di legislazione concorrente, ampliando così l’autonomia regionale in materia.
L’interrogativo fondamentale che funge da elemento di collegamento fra i diversi contributi concerne la tenuta del quadro unitario del Servizio sanitario nazionale di fronte ad una situazione di potenziale frammentazione. In altre parole, si tratta di analizzare se le Regioni abbiano interpretato il nuovo assetto di competenze delineato dalla revisione costituzionale del 2001 nell’ottica di una “fuga” dal Servizio sanitario nazionale, oppure nella direzione di un consolidamento dei modelli regionali di sevizio sanitario, senza metterne in discussione il pieno inserimento all’interno del quadro nazionale.
Il nucleo centrale dell’opera è costituito dall’esame, Regione per Regione, dei diversi modelli di servizio sanitario; l’analisi è affidata in alcuni casi ad esponenti del mondo accademico, in altri si giova invece del contributo di funzionari e dirigenti della pubblica amministrazione. Tre i profili cui viene dedicata particolare attenzione: la ristrutturazione della rete ospedaliera, l’assistenza farmaceutica, l’integrazione sociosanitaria.
E’ da sottolineare come il grado di incidenza e di attuazione delle due riforme vari sensibilmente da Regione a Regione: in alcuni casi le novità introdotte dalla l. cost. 3/2001 non hanno influito in maniera sensibile sull’assetto della sanità regionale (è il caso del Friuli Venezia Giulia e di altre Regioni a Statuto speciale), in altri, invece, la revisione del Titolo V è servita a stimolare un rinnovato slancio programmatico e legislativo (soprattutto nelle regioni meridionali, rispetto alle quali però l’effettività di questo rilancio deve ancora essere misurata alla prova dei fatti). Similmente vi sono realtà in cui la c.d. riforma-ter non ha trovato attuazione (così in Abruzzo, Umbria e nella Provincia autonoma di Trento), e Regioni che invece hanno prontamente recepito le innovazioni del d.lgs. 299/1999 (come è avvenuto in Valle d’Aosta).
Il quadro complessivo emergente è quello di una sostanziale omogeneità dei diversi sistemi, che tutti confermano il proprio inserimento all’interno del Servizio sanitario nazionale. L’unica eccezione è costituita dalla Lombardia, dove si persegue in maniera decisa un modello di separazione delle funzioni di produzione e di acquisto dei servizi, salvo recenti inversioni di tendenza dovute probabilmente più alle difficoltà finanziarie incontrate che non ad un ripensamento delle linee portanti del sistema. Non mancano invece, nel quadro dell’accennata omogeneità dei sistemi regionali, significativi scostamenti dal modello nazionale, in riferimento alle specifiche caratteristiche della realtà regionale: fra le innovazioni più significative si segnala sicuramente la sperimentazione delle c.d. “Società della salute”, avviata dal Piano sanitario regionale 2002-2004 della Regione Toscana.
A conclusione dell’opera si trovano quattro saggi (di Fausto Cuocolo, Annamaria Poggi, Giampiero Cilione e Lorenzo Cuocolo), dedicati all’analisi dei rischi e delle opportunità connessi alla cosiddetta devolution, nell’orizzonte di un’ulteriore revisione costituzionale. Sebbene il quadro di riferimento sia costituito dal disegno di legge costituzionale A.S. 2544, il cui testo non corrisponde a quello definitivamente approvato dalle Camere e attualmente in attesa di essere sottoposto a referendum confermativo, il carattere generale delle riflessioni, non limitate ad un mero commento del ddl citato, ne garantisce la perdurante attualità.

recensione a cura di Davide Paris