Il Fondo Sociale Europeo a supporto delle Pubblica Amministrazione nella Programmazione 2000-2006. Le Azioni di sistema promosse dal Dipartimento della Funzione Pubblica

27.01.2003

Sulla base dell’esperienza acquisita durante il precedente periodo di programmazione, in particolare attraverso la gestione del Programma PASS, il Dipartimento ha evidenziato la necessità di intervenire a sostegno dei processi di riforma e di decentramento della PA, al fine di aumentare la sua capacità di favorire la crescita dell’occupazione e lo sviluppo socioeconomico locale. In questo contesto la formazione ricopre un ruolo fondamentale.
Per supportare il cambiamento della Pubblica Amministrazione è necessario un sistema formativo integrato, fatto di istituzioni, di scuole e di operatori privati, che operino insieme – ciascuno con la propria autonomia – in un quadro di regole comuni e con obiettivi condivisi. Il Dipartimento della Funzione Pubblica, insieme a tutte le pubbliche amministrazioni, si è impegnato nella costruzione di questo sistema assumendo, nella programmazione dei Fondi strutturali 2000-2006, un ruolo di coordinamento relativamente alla definizione degli interventi a supporto della P.A.

In tale contesto si inseriscono le azioni di sistema (1) promosse dal Dipartimento nell’ambito della Misura D.2 del PON Azioni di Sistema obiettivo 3 e della Misura II.2 del PON Assistenza Tecnica e Azioni di Sistema obiettivo 1.

Le azioni di sistema costituiscono una sfida complessa e delicata. La programmazione dei Fondi strutturali 2000/2006, in coerenza con il più ampio processo di devoluzione in corso in Italia, vede infatti le Regioni quali protagoniste nell’elaborazione e nella gestione degli interventi cofinanziati dai fondi strutturali, mentre riserva alle Amministrazioni centrali un ruolo di raccordo e di garanzia del rispetto delle priorità strategiche individuate, per le diverse politiche settoriali, a livello nazionale.
In questo contesto, le Amministrazioni centrali, responsabili di attività di indirizzo e coordinamento, sono chiamate a realizzare interventi “di sistema” a sostegno della programmazione regionale. L’obiettivo è ricercare la massima integrazione tra queste azioni di sistema e gli interventi programmati a livello regionale, raccordo che deve essere assicurato in tutte le fasi, dalla programmazione alla realizzazione degli interventi.

Le “azioni di sistema” promosse dal Dipartimento riguardano in particolare le seguenti tematiche:

– Azioni di sostegno alle politiche di sviluppo: supporto alla progettazione integrata territoriale e al sistema degli sportelli unici per le attività produttive.
Per lungo tempo, la Pubblica Amministrazione è stata percepita come un freno allo sviluppo: procedure complicate, difficoltà di ottenere informazioni, atteggiamenti negativi nei confronti dei privati e delle imprese. Le cose stanno cambiando, ma è necessario fare ancora molto, soprattutto affinché nella pubblica amministrazione vengano compresi la logica e i meccanismi del mercato e dell’impresa. In tale ambito il Dipartimento promuove interventi a supporto della progettazione integrata territoriale e del sistema degli sportelli unici per le attività produttive.
Il metodo della “progettazione integrata”, in particolare, implica che le pubbliche amministrazioni a livello locale programmino gli interventi insieme ai cittadini e alle imprese. Sullo stesso territorio la Pubblica Amministrazione deve mettere insieme azioni diverse per favorire la creazione di imprese, per formare nuove competenze, per anticipare i problemi ambientali e far sì che lo sviluppo sia sostenibile per l’ambiente. Un lavoro nuovo che richiede capacità di dialogo, di visione complessiva, di attenzione ai risultati.
Su tutti questi aspetti il Dipartimento della Funzione Pubblica sostiene azioni di sperimentazione, progetti pilota, scambi di esperienze tra Amministrazioni.

– Supporto al trasferimento di competenze dalle Amministrazioni centrali alle Amministrazioni regionali e locali; interventi mirati alla semplificazione delle procedure; supporto alle Amministrazioni centrali responsabili di attività di indirizzo e coordinamento
Il processo di devoluzione di numerose funzioni dello Stato attualmente in corso fa sì che molte competenze siano passate e stiano passando dai Ministeri alle Regioni, alle Province, ai Comuni. Insieme alle competenze si trasferiscono persone e risorse finanziarie, ma anche conoscenze ed esperienze. Allo stesso tempo, i funzionari coinvolti nel processo devono essere aiutati a comprendere e adeguarsi alle nuove modalità di lavoro. Un impegno in capo tanto alle Amministrazioni centrali, che alle Regioni e agli enti locali.
Le Amministrazioni centrali stanno infatti assumendo un nuovo ruolo di indirizzo e coordinamento, che richiede la capacità di indicare obiettivi comuni, costruire il consenso e favorire il dialogo. Sono quindi necessarie abilità diverse, nuovi comportamenti e atteggiamenti.
Il Dipartimento è inoltre impegnato nel costruire programmi e progetti che rendano i passaggi di competenza, l’assunzione di nuovi ruoli di indirizzo agevoli, i processi di semplificazione, rapidi ed efficaci; che contribuiscano a migliorare immediatamente i servizi i cittadini e alle imprese.

– Analisi dei fabbisogni formativi e delle metodologie formative adottate nella PA; costruzione di modelli formativi, creazione di reti, diffusione di esperienze di eccellenza.
La formazione utilizza metodi e strumenti specifici per realizzare le proprie attività: il Dipartimento vuole diffondere queste metodologie tra le Amministrazioni, per rendere le azioni di formazione più efficaci. In tale contesto è importante:

  • capire ed analizzare bene che cosa è necessario apprendere e chi esattamente ha bisogno di nuove competenze: l’analisi dei fabbisogni formativi ha questa finalità;
  • scegliere le modalità di formazione che siano ben accette a chi apprende, e più adatte ai temi trattati: formazione in aula, formazione attraverso Internet, formazione individuale o in gruppi ed inoltre combinare la formazione con l’attività lavorativa, perché quanto si è appreso non resti teoria, ma diventi pratica di lavoro;
  • costruire dei “modelli formativi”, per poter riproporre in ambiti diversi iniziative di successo, senza dover ogni volta progettare ex novo, ma anche apprendendo dalle esperienze già fatte;
  • poter imparare dalle esperienze migliori, lavorando “in rete” con altre Amministrazioni e mettendo a disposizione il risultato dei propri lavori più riusciti;
  • creare nuove professionalità che possano svolgere i diversi ruoli necessari nell’ambito della formazione: progettisti, specialisti in analisi dei fabbisogni, gestori delle iniziative formative e specialisti di nuove metodologie formative; da impegnare sia nelle scuole che nelle strutture dedicate alla formazione presso ciascun amministrazione.

– Azioni per la qualificazione del sistema della formazione per la Pubblica Amministrazione.
Le Regioni hanno responsabilità sempre più ampie nella formazione dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni; è un risultato del processo di devoluzione in atto. In tale contesto si colloca la Direttiva sulla formazione e la valorizzazione del personale delle pubbliche amministrazioni del 13 dicembre 2001.
Per le Regioni è un compito almeno in parte nuovo. Il Dipartimento mette a disposizione risorse per lo scambio delle esperienze, la diffusione dell’innovazione, il miglioramento della efficacia della formazione, la definizione e la adozione di orientamenti comuni – ad esempio per richiedere a tutti coloro che operano nel settore il raggiungimento di standard di qualità adeguati alle esigenze delle Amministrazioni.
Iniziativa importante in questo senso, promossa dal Dipartimento, è il coordinamento tra le scuole della Pubblica Amministrazione, che oggi coinvolge tutte le scuole delle amministrazioni centrali e di alcune autonomie funzionali, e che si sta ampliando alle scuole regionali. La costruzione di una rete utile a collegare e a far collaborare le scuole per il personale pubblico.

– Azioni di sostegno per la gestione dei fondi comunitari
I fondi comunitari sono oggi una risorsa di grande rilevanza – in particolare per finanziare la formazione, gli interventi per l’occupazione, la promozione dello sviluppo locale, la salvaguardia dell’ambiente. Sono gestiti per la maggior parte dalle Regioni e finanziano spesso azioni realizzate dalle Province e dagli enti locali.
Per utilizzarli con efficacia sono necessarie competenze specifiche ed un’organizzazione capace di dialogare adeguatamente con la Commissione Europea.
I risultati nell’utilizzo dei fondi comunitari sono migliorati negli ultimi anni, anche grazie alle attività di informazione, di formazione e di consulenza realizzate dal Dipartimento.
Queste azioni proseguiranno nei prossimi anni, e si rivolgeranno anche alle Regioni del Centro Nord, oltre che alle Regioni del Mezzogiorno.

Note.
1. Le azioni di sistema indicano, prevalentemente, attività di indirizzo, orientamento e coordinamento gestite a livello nazionale, rivolte alle amministrazioni con compiti di programmazione e gestione delle politiche strutturali dell’Unione Europea. Si tratta di interventi organici e complessi, diretti, ad esempio, alla definizione di standard, all’individuazione di modelli e alla realizzazione di sperimentazioni riproducibili, da diffondere omogeneamente sul territorio nazionale, allo scopo di assicurare coerenza e unitarietà alla strategia di intervento a tutti i livelli di programmazione, nel rispetto delle specificità territoriali e settoriali.
Le azioni di sistema contribuiscono, pertanto, ad inserire i sistemi regionali, sui quali si incardina la concreta attuazione degli interventi previsti nei POR, in un quadro nazionale coerente con gli orientamenti comunitari. Le azioni di sistema concorrono, in tal modo, alla progettazione e alla messa a punto di azioni trasversali, che possono poi trovare sviluppo e diffusione nella programmazione regionale. In tal modo, le azioni di sistema si pongono come uno strumento di raccordo tra le politiche nazionali e le azioni condotte a livello regionale.
Per tali aspetti, si rivela di estrema importanza il costante raccordo tra le Amministrazioni centrali e le Autorità di Gestione regionali.

2. L’Autore del presente contributo è Direttore generale dell’Ufficio Formazione del Personale della Pubblica Amministrazione – Dipartimento della Funzione Pubblica – Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il contenuto di questo articolo rappresenta le opinioni del firmatario e non impegna in alcun modo il Dipartimento della Funzione Pubblica.

di Francesca Russo