A causa del taglio delle risorse finanziarie a disposizione – hanno fatto presente i presidenti dei consigli di istituto emiliani nella lettera aperta inviata al premier Renzi – le scuole sono costrette a ricorrere in modo sempre più crescente ai contributi delle famiglie e cercando, ove possibile, di reperire risorse esterne aggiuntive.
Ai contributi in materiale da anni forniti dai genitori, si aggiungono, e sono indispensabili, anche contributi in denaro, aggiungono gli autori della lettera a Renzi che ricordano come da rilevazione nella provincia di Bologna pressoché tutti gli istituti sono costretti a richiederli e per gli istituti superiori costituiscono la principale fonte di finanziamento.
Se mancano i fondi statali per il funzionamento, dunque, sono le famiglie a sopperire con contributi che, come si sa, non sono obbligatori, anche se detraibili nella dichiarazione dei redditi.
L’anno scorso una nota del capo dipartimento del Miur aveva ricordato il carattere facoltativo del contributo, diffidando i dirigenti scolastici dall’imporre il versamento a carico delle famiglie, ma ne aveva al contempo sottolineato l’importanza per la vita della scuola. Proprio quella nota, ora, viene richiamata da parte di esponenti politici locali per ricordare alle famiglie il non obbligo del versamento.