La Dote Unica Lavoro e la Regione Lombardia

27.05.2013

In tutta Italia, la Regione Lombardia è la prima a dare inizio al modello personalizzato per la lotta contro la disoccupazione; la Giunta regionale infatti ha approvato, con la Delibera X/748 del 4 Ottobre 2013, l’attuazione della Dote Unica Lavoro, “DUL”, 2013/2015. L’idea determinante del nuovo sistema è che, alla base di un efficiente centro dell’impiego, ci sia la personalizzazione dei servizi modulati secondo i bisogni individuali di ogni disoccupato.

L’ Olanda è stata la prima nazione Europea ad applicare questo modello verso la fine degli anni novanta e; così facendo, è riuscita a mantenere un efficiente livello di occupazione anche durante la crisi odierna. La DUL si basa su un principale elemento statistico. Diversi dati hanno rivelato che all’aumento del periodo di “non occupazione” corrisponde un inevitabile calo dell’occupabilità di un individuo. In altre parole, più a lungo una persona non riesce a reinserirsi nel mercato del lavoro, più le sue possibilità di trovare una nuova occupazione diminuiscono. La disoccupazione a lungo termine è, quindi, auto-perpetua; più si rimane senza impiego più le probabilità, che i datori di lavoro possano prendere il nostro curriculum in considerazione, si abbassano. Il tasso percentuale di persone in età da lavoro che non hanno un impiego e non lo cercano è del 35% in Italia e, del 25% in Europa.[1]La disoccupazione a lungo termine è aumentata in quasi tutti gli Stati membri, ma sono 8 i paesi (tra i quali l’Italia) responsabili, da soli, del 90% dell’aumento netto tra il 2008 e il 2011.[2]

La DUL, per ovviare a questo problema, è strutturata su un apparato che tiene principalmente conto, grazie a dati quantitativi (previsioni statistiche) e qualitativi (interviste e analisi delle competenze), del rischio corso da un lavoratore di divenire un disoccupato di lunga durata. Di conseguenza, è inevitabile una personalizzazione dei servizi valutando innanzitutto la distanza dell’ inoccupato dal mercato del lavoro e, successivamente, il suo grado di autonomia nel cercarlo. La sfida che questo modello si pone è proprio quella di creare un equilibrio tra il supporto intensivo e personalizzato, fornito dai centri per l’impiego e il riuscire a orientare gli individui verso una maggiore autonomia nella ricerca di una nuova professione.

Il punto focale sul quale poggia la struttura della Dote Unica Lavoro, è che ogni individuo possiede dei propri bisogni specifici. Di conseguenza, il compito di ciascun operatore dei centri per l’impiego è di proporre, attraverso criteri oggettivi (stato occupazionale, titolo di studio, età, genere) e soggettivi (differenziazione su base individuale), soluzioni che massimizzino le necessità di ogni disoccupato. Il modello determina quattro fasce distinte: bassa/media/alta intensità di aiuto e l’ultima, comprendente tutte le persone in grado di trovare un nuovo impiego autonomamente. Il sistema delle fasce non è statico. Difatti, un individuo che inizialmente si colloca in una fascia, con il passare del tempo può cambiare posizione e usufruire di servizi differenti. Ne deriva che, l’inserimento in una specifica fascia definisce la tipologia e l’intensità dell’intervento.

Con la circolare n.256 del 16 Ottobre 2013 la Regione Lombardia rende noto ai suoi enti che il nuovo piano di politiche sociali attive è stato implementato. La Dote Unica Lavoro prevede la fruizione, da parte degli utenti, dei servizi di base, dell’orientamento, del consolidamento delle competenze ed ulteriori altri interventi. Il tutto, ovviamente, considerando le peculiari esigenze del lavoratore. Per ogni singolo intervento, definito dalla fascia di appartenenza, sono state definite delle soglie massime di spesa per ogni centro dell’impiego o soggetti privati.

Le soglie di spesa sono formate da una percentuale fissa, uguale per ogni operatore, più due quote variabili: una proporzionale al valore delle doti liquidate, l’altra ai risultati occupazionali. In totale, per la prima fase di attuazione del modello DUL 2013/2015 sono stati stanziati 48milioni di euro provenienti dal Fondo Sociale Europeo per i Programmi Operativi Regionali 2007/2013 e, ulteriori 600 mila euro a valere sulle risorse della ex legge n.53 del 2000, destinati al finanziamento di servizi di formazione rivolti agli occupati.

Il programma Dote Unica Lavoro si rivolge a diverse classi sociali:

* giovani inoccupati fino ai 29 anni di età, residenti o domiciliati in Lombardia,

*disoccupati provenienti da unità ubicate in Lombardia, in mobilità in deroga o, inscritto/ in attesa d’iscrizione nelle liste di mobilità ordinaria,

*disoccupati residenti in Lombardia,

*occupati di aziende ubicate in Lombardia sospesi per cessazione attività o, sottoposti a riduzione dell’orario di lavoro.

    Adattandosi ad ogni singolo individuo, la DUL ha durata diversa a seconda della fascia a cui si riferisce. Per coloro che si trovano nella fascia di intensità bassa, il programma si protrae per tre mesi; per chi si colloca nella fascia di intensità medio-alta la Dote Unica Lavoro ha durata di sei mesi. Nel momento in cui non si dovessero raggiungere risultati soddisfacenti alla scadenza del periodo di supporto, l’individuo potrà presentare una nuova domanda al centro dell’impiego, entro un mese dal termine del programma.

    Oltre ad aiutare nella ricerca del lavoro, creando un piano personalizzato e mirato per ogni fruitore del servizio, la Dote Unica Lavoro prevede, lo stanziamento di cospicui incentivi per l’assunzione di nuovi lavoratori in azienda. Il valore della somma versata alle imprese varia a seconda del contratto che viene concordato: tremila euro vengono erogati per contratti di dodici mesi, otto mila per contratti che prevedono assunzioni a tempo indeterminato. Ovviamente tali incentivi sono rivolti a tutte le aziende con sede in Lombardia e che assumono individui rientranti in queste categorie:

    *disoccupati oltre 12 mesi,

    *disoccupati oltre 6 mesi e con più di 50 anni di età,

    *disoccupati a causa della cessazione dell’attività, con più di 50 anni di età

    *giovani fino ai 29 anni di età.

      La Regione Lombardia effettuerà, a partire dal 31 gennaio 2014, con cadenza trimestrale, il monitoraggio del programma Dote Unica Lavoro. Da queste verifiche si delineerà il grado di efficienza del programma. Inoltre, si potrà verificare se gli stanziamenti in denaro programmati saranno sufficienti a supportare la domanda del servizio; qualora ciò non fosse, la Regione si impegnerà ad appurare la disponibilità di ulteriori risorse ed eventualmente un nuovo tetto massimo di spesa. Le verifiche da parte della Regione saranno indispensabili per conoscere effettivamente i risultati occupazionali attesi tramite l’ avvio del programma DUL e per avviare un processo di “work experience” come modalità di accesso al mercato del lavoro. Ancora, il monitoraggio sarà essenziale per il rispetto dei livelli di spesa previsti e per la corretta chiusura della programmazione europea 2007-2013.

      La struttura della Dote Unica Lavoro mira a combattere la disoccupazione tramite servizi modellati sui bisogni degli individui per riuscire a far incontrare la giusta domanda e offerta di lavoro, rendere i lavoratori a rischio indipendenti nella ricerca del lavoro ed eventualmente, accompagnarli, tramite progetti di formazione e di sostegno, verso un nuovo impiego. In questo modo si spera di raggiungere una soluzione efficiente e soddisfacente sia per i dipendenti che per i datori di lavoro.

      Perseguendo questo obiettivo, i centri per l’impiego della Lombardia potrebbero fare da “apripista” a un nuovo modo di vedere e concepire il mercato del lavoro. Ad oggi I centri per l’impiego a livello nazionale collocano meno del 3% delle risorse e non sono i mezzi più efficaci grazie ai quali soggetti trovano lavoro e la Regione Lombardia, fino ad ora, non è al di sopra della media. Ci si auspica che con il nuovo programma DUL possa avvenire un’inversione di tendenza.


      [1] http://www.lavoce.info/lanomalia-italiana/

      [2] http://ec.europa.eu/italia/attualita/primo_piano/aff_sociali/rapporto_occupazione_sviluppi_sociali_2012_it.htm

      a cura di Giorgia Pignani