I Parlamenti nazionali oppongono il secondo c.d. “cartellino giallo” su una proposta di regolamento relativa all’istituzione della procura europea

12.05.2013

 a cura di Maria Romaniello

Ad un anno e mezzo dal blocco del regolamento c.d. “Monti II”, in tema di diritto di sciopero, i parlamenti nazionali, lamentando una nuova violazione del principio di sussidiarietà, hanno opposto il secondo “cartellino giallo” ad una proposta legislativa europea.

Conclusasi il 28 Ottobre 2013, la procedura di “early warning” (“allerta precoce”) riguarda la proposta di regolamento del Consiglio sull’istituzione della Procura europea (COM (2013) 534 final). Una proposta che, incidendo su una materia fino ad ora completamente regolamentata dagli Stati membri, mira ad ampliare le competenze dell’Unione dall’attuale indagine amministrativa all’istituzione a livello europeo di un nuovo sistema di azione penale per combattere le frodi transfrontaliere. La proposta ha, però, incontrato l’opposizione di ben 13 Parlamenti o Camere di Parlamenti Nazionali (il Senato ceco, il Senato francese, l’Assemblea nazionale ungherese, la Camera dei Rappresentanti maltese, la Camera dei Deputati rumena, l’Assemblea Nazionale slovena, i Parlamenti monocamerali cipriota e svedese ed entrambe le camere del Parlamento irlandese, del Parlamento olandese e del Parlamento del Regno Unito), i quali, nell’ambito della procedura di “allerta precoce”, hanno espresso pareri motivati segnalando una violazione del principio di sussidiarietà. Le ragioni di fondo di tali pareri, riscontrate in prevalenza nei suddetti Parlamenti, si sostanziano nella mancanza di adeguate giustificazioni da parte della Commissione, che in particolare esplicitino il valore aggiunto della proposta rispetto al rafforzamento delle misure già esistenti, in taluni casi segnalando una lesione della competenza degli Stati in materia penale.

Sulla base di queste motivazioni, I Parlamenti nazionali, a ognuno dei quali spettano due voti (concentrati in una sola Camera per quelli monocamerali e assegnati uno per Camera in quelli bicamerali), hanno raggiunto un totale di 19 voti contrari alla proposta, superando così la soglia minima richiesta per il “cartellino giallo”. Infatti, diversamente dalla proposta di regolamento “Monti II”, l’attuale atto rientra nell’ambito delle materie regolamentate dall’art. 76 TFEU (Spazio di libertà, sicurezza e giustizia), la cui soglia minima, in conformità con le previsioni dell’art. 7 del protocollo n. 2 (sul principio di sussidiarietà), non è un terzo, ma ridotta ad un quarto dei voti complessivamente assegnati (14 su 56).

I Parlamenti nazionali hanno così dato prova che il caso del regolamento “Monti II”, in cui la Commissione, pur sostenendo che non fosse stata realizzata alcuna violazione del principio di sussidiarietà, ne aveva ritirato la proposta, non ha rappresentato un unicum nell’esperienza di ricorso alla nuova procedura di allerta precoce. Ora, spetta alla Commissione – anche sulla base di posizioni diverse espresse da altri Parlamenti nazionali – decidere se mantenere la proposta (motivando), modificarla o ritirarla. Decisione che dovrà tener conto, non solo dell’attuale opposizione ma anche di quei Parlamenti che, favorevoli alla proposta, si stanno mobilitando per esprimere il loro supporto alla Commissione.

Alessandroa.baroni