L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha accertato, in data 9 maggio 2013, la sussistenza di un abuso di posizione dominante posto in essere da Telecom Italia, nel mercato delle infrastrutture di rete, mediante la realizzazione di due distinte condotte anticoncorrenziali, in violazione del divieto sancito all’art. 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) .
Nello specifico, Telecom ha abusato della propria posizione dominante, detenuta nella fornitura dei servizi di accesso all’ingrosso alla rete locale e alla banda larga, mettendo in atto due distinte condotte illecite consistenti, rispettivamente, nell’opposizione ai concorrenti di un numero ingiustificatamente elevato di rifiuti di attivazione dei servizi all’ingrosso, i c.d. KO, nel periodo 2009-2011 (prima infrazione) e nell’offerta di tariffe agevolate, sulla base di una politica di scontistica definita dalle Marketing Guidelines per la gestione dei canoni e dei contributi di accesso, indirizzate selettivamente alla grande clientela business per il servizio di accesso al dettaglio della rete telefonica fissa nel periodo gennaio 2009-luglio 2011 (seconda infrazione), formulando talvolta offerte con sconti addirittura superiori a quelli massimi previsti dalle suddette Guidelines, comprimendo, in tal modo, i margini dei concorrenti altrettanto efficienti, impossibilitati ad operare in maniera redditizia e duratura nel medesimo mercato e determinando altresì effetti restrittivi della concorrenza nel mercato al dettaglio dei servizi di accesso alla clientela non residenziale. Difatti, come riportato nel testo del provvedimento adottato dall’AGCM, “(..) avendo Telecom reso più difficoltoso ed oneroso l’accesso alla rete per i concorrenti, le quote di mercato di questi ultimi sono aumentate meno di quanto avrebbero potuto fare in uno scenario alternativo nel quale l’abuso non fosse stato posto in essere”.
Più nel dettaglio, l’istruttoria è stata avviata il 23 giugno del 2010, in seguito ad una segnalazione presentata all’Autorità, da parte della società Wind Telecomunicazioni S.p.a., circa la sussistenza di presunte condotte pregiudizievoli della concorrenza poste in essere da Telecom Italia e riguardanti “ (..) i) rifiuti di attivazione dei clienti mediante la mancata messa a disposizione degli operatori concorrenti (OLO) delle risorse di rete (c.d. “KO”) e mancati aggiornamenti delle basi dati necessarie alla definizione degli ordini di attivazione; ii) politiche di forti sconti per i canoni di accesso relativi ad offerte su linea tradizionale narrowband (servizi POTS e ISDN) destinate a clienti business in aree ove è fornito ai concorrenti il servizio di accesso al tratto finale di rete verso il cliente, c.d. unbundling del local loop ; iii) l’attuazione di una strategia di raising rivals’ cost consistente in un artificioso innalzamento dei prezzi dei servizi di accesso alla rete”. Successivamente, anche la società Fastweb S.p.a. ha segnalato l’esistenza di comportamenti analoghi attinenti presunti abusi nelle offerte narrowband alla clientela business e alla pubblica amministrazione.
Al termine di accurate indagini ispettive, l’AGCM ha così deliberato l’irrogazione di una sanzione pecuniaria per un importo complessivo pari a 103,794 milioni di euro, di cui 88,182 milioni per la prima infrazione e 15,612 milioni per la seconda.
Per ulteriori informazioni ed approfondimenti consultare i seguenti link:
http://www.agcm.it/trasp-statistiche/doc_download/3687-a428chiusura.html