E’ coerente con il contenuto della Legge comunitaria un emendamento sulla disciplina della responsabilità dei magistrati?

30.05.2012

 

a cura di Piero Gambale

 Nel corso della seduta della Camera dei deputati del 2 febbraio 2012, durante l’esame della Legge comunitaria 2011 (A.C. 4623),  viene posto in votazione l’articolo aggiuntivo 30.052 Pini (LNP), volto ad  incidere, modificandone i presupposti, sulla disciplina della responsabilità dei magistrati.

Il relatore on. Pescante (PdL) e il Ministro per gli affari europei Moavero Milanesi esprimono parere contrario, ritenendo che la legge comunitaria “mal si presta, a rigore di legislazione, ad affrontare tematiche di respiro più ampio rispetto al recepimento di normative”.  Il recepimento delle sentenze della Corte di giustizia è parte della materia della legge comunitaria (come previsto dall’art. 1, c. 2, lett. b) della legge n. 11 del 2005), ma la sentenza in questione richiede – ad avviso del rappresentante del Governo – un certo grado di interpretazione.

L’onorevole Pini (LNP) ricorda che la legge n. 11 del 2005, recante “Norme generali sulla partecipazione dell’Italia al processo normativo dell’Unione europea e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari”, regola in maniera molto puntuale gli obblighi dell’Italia nei confronti dell’adeguamento dell’ordinamento interno a quello comunitario, in particolare quelli conseguenti all’accertamento giurisdizionale in caso di una sentenza definitiva della Corte di giustizia europea.

Nonostante il parere contrario del relatore e del rappresentante del Governo (oltre che della V Commissione Bilancio per profili relativi alla copertura finanziaria), la Presidenza ritiene la suddetta proposta emendativa coerente con il contenuto “tipico” del disegno di Legge comunitaria.

 

Alessandroa.baroni