La monografia intende analizzare, a seguito della crisi dei mercati finanziari iniziata nel 2007, gli eventuali aspetti innovativi della relazione “libertà-dovere” che, come noto, connota l’appartenenza soggettiva al settore bancario e finanziario, con riguardo precipuo al tema della stabilità degli assetti patrimoniali degli intermediari, quale interesse pubblico che viene a costituire la ratio ultima della nuova ri-regolazione del settore e che giustifica i nuovi poteri attribuiti dall’ordinamento all’autorità di vigilanza. Lo studio vuole verificare se e in che modo la stabilità patrimoniale, pure assurta a fine primario della vigilanza, specialmente dopo la ri-regolazione post-crisi, possa coniugarsi con la tutela dei diritti patrimoniali dei singoli attori del mercato, che siano azionisti, obbligazionisti ovvero clienti, considerato che la posizione giuridica che l’ordinamento riconosce all’individuo nei riguardi dell’attività economica, del mercato e dell’impresa risulta sempre al centro delle relazioni istituzionali rilevanti per il diritto dell’economia . Dopo aver esaminato l’attuale evoluzione del quadro complessivo dei criteri ordinatori del mercato, che si delineano tra la necessità di stabilità degli assetti patrimoniali degli intermediari e l’esigenza di assicurare agli stessi una congrua autonomia operativa, la monografia procede quindi all’analisi della regolazione sui requisiti patrimoniali, così come determinati dal Comitato di Basilea sulla supervisione bancaria, e della regolazione della governance interna degli intermediari, che acquista rilievo diretto ai fini della stabilità. In particolare, l’indagine ha poi ad oggetto i nuovi poteri autoritativi a salvaguardia degli assetti patrimoniali attribuiti di recente dall’ordinamento all’autorità di vigilanza, quali la possibilità di vietare la distribuzione degli utili ai soci e la possibilità di vietare il pagamento degli interessi ai portatori delle obbligazioni emesse dalle banche. Proprio l’esame di tali nuovi poteri consente di apprezzare il passaggio dalla vigilanza sul patrimonio della banca all’incisione da parte dell’autorità di supervisione dei diritti dei terzi obbligazionisti e il conseguente mutamento della struttura della regolazione bancaria, che elegge così tra i suoi destinatari non solo i soggetti vigilati e i soci della s.p.a. bancaria, ma anche i terzi privati obbligazionisti, che divengono di tal guisa direttamente partecipi delle sorti dell’intrapresa bancaria. La monografia cerca quindi, in una fase delicata di regolazione del mercato finanziario, di individuare, nel quadro dello statuto costituzionale dell’iniziativa economica che trova svolgimento nel settore, un corretto equilibrio tra l’interesse pubblico alla stabilità patrimoniale degli intermediari bancari e finanziari e del sistema finanziario nel suo complesso, l’autonomia imprenditoriale degli operatori del settore e l’esigenza di tutela dei diritti dei privati, quali gli obbligazionisti, non direttamente vigilati dall’autorità di supervisione.
"Gli intermediari bancari e finanziari tra regole di mercato e interesse pubblico", di D. Siclari
08.05.2012