Riorganizzazione del settore postale: segnalazione dell’AGCM sulla necessità di istituire un regolatore indipendente per il buon esito della liberalizzazione

25.05.2011

Con la Segnalazione AS 786, Recepimento Direttiva comunitaria sui Servizi Postali 2008/6/CE, del 15 gennaio 2011, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), nell’esercizio dei poteri ad essa conferiti dall’articolo 22 della legge 287/1900, ha rilevato l’esistenza di alcuni profili di criticità contenuti nello schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2008/6/CE che modifica la direttiva 97/67/CE per quanto riguarda il pieno completamento del mercato interno dei servizi postali comunitari, approvato dal Consiglio dei Ministri il 22 dicembre 2010 e trasmesso alla Presidenza della Camera il 27 dicembre 2010 (atto del Governo sottoposto a parere parlamentare n. 313).

Ad avviso dell’AGCM, infatti, alcuni aspetti dello schema di decreto presentano elementi di difformità rispetto alla disciplina comunitaria e alle regole a tutela della concorrenza che potrebbero frenare il processo di liberalizzazione dei servizi postali in atto in Italia e in Europa.

Più nello specifico, l’Autorità ritiene che il profilo di maggiore criticità dello schema di decreto sia rappresentato dalla scelta di attribuire le funzioni di regolazione del settore ad una Agenzia senza che ne siano garantiti in modo certo i  relativi requisiti di indipendenza ed imparzialità.

Sul punto, l’Antitrust rileva che il compito di vigilare sul percorso della liberalizzazione del settore postale viene affidato dal decreto a un organismo che, per espressa disposizione di legge, opera al servizio delle Amministrazioni Pubbliche ed è sottoposto ai poteri di indirizzo e di vigilanza di un Ministro, il quale ne definisce anche le funzioni, la struttura organizzativa e le modalità di finanziamento. In tale linea di ragionamento, appare evidente che l’Agenzia non potrebbe così qualificarsi neanche indipendente dagli operatori postali, visto che Poste Italiane, attuale fornitore del servizio universale e in posizione dominante nella gran parte dei mercati interessati, è una società a partecipazione pubblica totalitaria.

Tale soluzione non appare condivisibile in quanto, da un lato, non tiene in adeguata considerazione l’importanza che la garanzia dei requisiti di effettiva indipendenza ed imparzialità del Regolatore rivestono affinché tale soggetto possa assolvere in modo adeguato al compito di promozione della concorrenza nei mercati postali, dall’altro, perché l’attribuzione delle funzioni regolatorie all’Agenzia – anziché ad un’Autorità Indipendente – non appare conforme alle indicazioni europee.

Oltre alle insufficienti garanzie di indipendenza ed imparzialità del Regolatore, l’AGCM richiama l’attenzione anche su altri aspetti dello schema di decreto legislativo che potrebbero compromette il buon esito della liberalizzazione del settore. Nella Segnalazione vengono infatti evidenziati i profili di criticità della disciplina e relativi, in particolare: alla mancata previsione di misure fondamentali per consentire la realizzazione di una concorrenza effettiva nel settore postale; alla mancata introduzione di disposizioni che stabiliscano che l’affidamento del servizio universale debba avvenire procedure di evidenza pubblica, alla ridefinizione della struttura del servizio di base, revisione del perimetro delle attività incluse ed alla modifica delle modalità di finanziamento e, infine, al mancato definitivo superamento della previsione di servizi ed invii assoggettati al regime della riserva postale.

a cura di Luigi Alla


Scarica documento