Nella seduta del 29 luglio 2009 della Camera dei deputati, dedicata alla discussione del Documento di programmazione economico-finanziaria relativa alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2010-2013 (Doc. LVII, n. 2) l’on. Soro (PD) sottopone alla Presidenza, e alle valutazioni del Governo, una questione procedurale. In particolare, segnala il mancato rispetto dell’articolo 6-quinquies, del decreto-legge n. 112 del 2008 (convertito in legge, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008), ove prevede che la ripartizione delle risorse per gli investimenti infrastrutturali sia approvata con delibera del CIPE, previo parere delle Commissioni competenti, per materia e per i profili di carattere finanziario, della Camera e del Senato. Il comportamento del Governo, che non ha trasmesso al Parlamento gli schemi di delibere richiamate nei documenti allegati al DPEF, ha originato una contraddizione nel Documento e la sua approvazione, perciò, confermerebbe la violazione di una procedura prevista dalla legge. Il presidente della V Commissione Bilancio, l’on. Giorgetti (LNP), pur ritenendo fondate le argomentazioni sollevate e pur rimarcando la ferma e condivisa necessità ed altresì il dovere del Governo ad adempiere al dettato normativo, trasmettendo le delibere alle Commissioni per le valutazioni di competenza, dubita che il richiamo alle delibere nel DPEF possa essere di ostacolo all’approvazione del Documento. A suo avviso, non ritiene che tale dovere possa precludere la possibilità per l’Aula di esaminare il DPEF e di approvare la risoluzione. Sollecitato ad intervenire sull’interpretazione della situazione e in merito ad eventuali impegni da prendere in proposito, il Sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze, on Casero (PDL), evidenzia come il Governo condivida il parere del presidente della Commissione Bilancio. Il richiamo alle delibere del CIPE nel DPEF dimostra che il Governo le invierà alle Commissioni competenti. Questo non può però precludere l’approvazione del Documento. Sul punto, ritiene che la scelta non spetti al Governo, ma alla Presidenza della Camera. Ritornando sull’argomento, l’On Soro rimarca come non sia opportuno minimizzare sul ritardo del Governo nella trasmissione delle delibere, e propone di intervenire con una modifica terminologica che lasci aperta la prospettiva di una compiutezza del percorso previsto dalla legge, volta a considerare le delibere “adottate” e non “approvate”, volendo con ciò significare che perché siano approvate occorre il parere delle Commissioni. La Presidenza ritiene che la situazione evidenzi due procedure distinte, le quali non costituiscono l’una presupposto dell’altra, anche se non è ammissibile che venga dato come compiuto nel DPEF un iter procedurale che non lo è. Spetta al Governo dire come intende sanare il difetto grave. Tuttavia, dalla discussione emerge un percorso e uno strumento. A norma dell’articolo 118-bis, comma 2, del Regolamento, «La deliberazione della Camera sul documento programmatico ha luogo con una risoluzione, presentata nel corso della discussione, la quale può contenere integrazioni e modifiche del documento stesso». Naturalmente, non può essere il Presidente della Camera a farlo ma il Governo e i presentatori della risoluzione di maggioranza. Il sottosegretario Casero, accogliendo una soluzione prospettata dell’On. Giorgetti, riferisce che il Governo si impegna a presentare gli schemi di delibere alla Camera e ad esprimere parere favorevole sulla risoluzione della maggioranza che contenga tra gli impegni il riferimento al richiesto parere delle Commissioni. Nella risoluzione poi approvata dall’Assemblea compare in effetti, tra gli altri, l’impegno al Governo “a trasmettere tempestivamente alle Camere, ai fini dell’espressione del parere da parte delle Commissioni competenti per materia e per i profili finanziari, gli schemi di delibere adottati dal CIPE in attuazione dell’articolo all’articolo 6-quinquies del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge n. 133 del 2008, relativi alla ripartizione di risorse del Fondo per il finanziamento degli interventi finalizzati al potenziamento della rete infrastrutturale di livello nazionale, fermo restando che le predette delibere menzionate nell’Allegato n. 2 devono intendersi adottate in via preliminare”.
La Camera può deliberare sul DPEF senza il parere, richiesto dalla legge, delle commissioni sulle delibere CIPE?
12.10.2009