Consiglio di Stato, Sez. V, 28 settembre 2009 n. 5814 in tema di illegittimità dell’affidamento diretto di un servizio ad una società mista

28.09.2009

Deve ritenersi illegittimo l’affidamento diretto di un servizio di gestione di impianti termini effettuato in favore di una società mista il cui socio privato, originariamente scelto a seguito di una gara pubblica, abbia unilateralmente alienato le proprie azioni.
In base ai principi affermati dalla giurisprudenza amministrativa, (Cons. St. Ad. Pl., 3 marzo 2008, n. 1), «l’affidamento diretto di un servizio pubblico, al di fuori del sistema della gara, ad una società esterna (ossia soggettivamente autonoma) è consentito solo quando il rapporto esistente con tale società presenti caratteristiche tali che questa possa essere ritenuta come una “derivazione” o una “longa manus” dell’ente stesso. La società esterna, inoltre, può essere considerata tale solo se l’ente esercita su di essa un “controllo analogo” a quello esercitato sui propri servizi e richiede la necessaria partecipazione pubblica totalitaria, “giacché una partecipazione minoritaria già preclude la possibilità di effettuare il predetto controllo”».
Nel caso di specie, è manifesta l’insussistenza di tale requisito dal momento che l’Amministrazione affidante, pur avendo una partecipazione maggioritaria nella società mista, non poteva esercitare il «controllo analogo» sull’entità affidataria, come è evidentemente dimostrato dall’avvicendamento di soggetti privati nella compagine societaria determinatosi per unilaterale determinazione del socio privato originario che ha liberamente alienato le proprie azioni – non essendovi preclusioni al riguardo nello statuto societario – a due diverse società private nel corso del rapporto.
a cura di Luigi Alla


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