Il Presidente del Senato può tornare sul vaglio di ammissibilità delle proposte emendative respinte in Commissione riferite ad un provvedimento collegato alla manovra finanziaria?

24.03.2009

Nel corso della seduta pomeridiana dell’Assemblea del Senato del 26 febbraio 2009, durante la discussione dell’A.S. 1082 (Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile), collegato alla manovra finanziaria, i senn. Legnini, Finocchiaro e Morando (Pd) hanno sollevato numerose obiezioni rispetto al vaglio di ammissibilità effettuato dalla Presidenza sulle proposte emendative respinte dalla Commissione e ripresentate in Assemblea.
A loro parere, nel corso dell’esame in Assemblea il filtro presidenziale di ammissibilità non poteva essere esclusivamente formale, ammettendo cioè tutti gli emendamenti respinti in Commissione, ma doveva rivestire anche un carattere pienamente sostanziale, soprattutto alla luce della disposizione dell’art. 126-bis, comma 2-quater, del regolamento, ove si dispone che il Presidente del Senato può espungere dal testo approvato dalla Commissione le parti derivanti da emendamenti inammissibili. Di conseguenza, il vaglio presidenziale sugli emendamenti ripresentati in Assemblea dovrebbe essere considerato a fortiori sostanziale: se il Presidente può espungere parti del testo approvate in Commissione ma discendenti da proposte emendative inammissibili, deve a maggior ragione poter dichiarare inammissibili norme, magari identiche, ma che non fossero state approvate. Inoltre, è stata contestata l’estraneità di materia di tali emendamenti rispetto alle priorità segnalate nelle risoluzioni con cui era stato approvato il DPEF, in base alle quali vengono definiti i contenuti dei provvedimenti collegati.
La Presidenza di turno decideva di accantonare i restanti emendamenti riferiti all’art. 26 del provvedimento, contenenti le disposizioni contestate dall’opposizione, e di rimettere la questione al Presidente del Senato.
Nella successiva seduta del 3 marzo 2009 il Presidente del Senato ha comunicato all’Assemblea di aver ha trasmesso nuovamente alla 5a Commissione permanente tali emendamenti, al fine di ottenere un nuovo parere sulla loro ammissibilità. In ogni caso, ha ritenuto improponibili per estraneità alla materia gli emendamenti aventi ad oggetto il coordinamento dei piani regionali degli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani, norme interpretative della disciplina concernente l’attribuzione di incarichi di funzioni dirigenziali, l’istituzione di organismi di vigilanza sulla gestione dei rifiuti, l’istituzione di organismi di vigilanza sulle risorse idriche.

a cura di Giovanni Piccirilli