Il parere della Commissione Affari costituzionali va richiesto sulla riformulazione di un emendamento del Governo?

09.02.2009

Nel corso della seduta della Camera dei deputati del 14 ottobre 2008, durante l’esame del disegno di legge recante “Delega al Governo in materia di lavori usuranti e di riorganizzazione di enti, misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro” (già articoli 23, 24, 32, da 37 a 39 e da 65 a 67 del disegno di legge n. 1441, stralciati con deliberazione dall’Assemblea il 5 agosto 2008) (A.C. 1441-quater-A), l’onorevole Giachetti (PD) formula la richiesta di una nuova convocazione della I Commissione (Affari costituzionali) per l’espressione del parere sulla riformulazione di un emendamento avanzata, in corso di seduta, dal Governo. Infatti – sostiene il deputato – poiché la riformulazione del Governo non soddisfa, nel caso di specie, la condizione posta dalla I Commissione (vale a dire la soppressione della disposizione secondo cui, nella formazione delle graduatorie relative ai concorsi pubblici per il reclutamento del personale, a parità di punteggio, costituisce titolo preferenziale la residenza nella regione per i posti ivi banditi), il rischio è quello di aggirare in questo modo il vaglio di quest’ultima.
La Presidenza, nel respingere la richiesta, ricorda che la Commissione affari costituzionali esprime i propri pareri sugli emendamenti in Assemblea in ordine al rapporto tra le competenze dello Stato e quelle delle regioni e che non rientra nelle competenze della Presidenza convocare la Commissione affari costituzionali per esprimere nuovamente un parere su un profilo che attiene invece al merito del provvedimento.

a cura di Piero Gambale