Una Costituzione “bilanciata” , tipica di una “democrazia critica” , si fonda sull’equilibrio tra sovranità popolare e garanzia dei valori costituzionali. Nessun ordinamento autenticamente democratico, infatti, può sfuggire al paradosso della necessità di imporre dei limiti alla sovranità del popolo .
Nella Costituzione italiana del 1947, il limite ultimo e invalicabile alla sovranità popolare può essere ravvisato nella imposizione di limiti assoluti al potere di revisione. Tale nucleo di valori irrinunciabili – in parte espliciti, in parte taciti o “logici” – consiste nel principio democratico e negli altri principî fondamentali della Costituzione (tra i quali quello personalista, quello di eguaglianza, quello pluralista e quello autonomista), nonché nei diritti inviolabili della persona.
La genesi in Assemblea Costituente della disciplina relativa al procedimento di revisione della Costituzione testimonia, invece, della ricerca, nella definizione dello stesso, di un punto di equilibrio tra sovranità popolare – espressa attraverso meccanismi di democrazia rappresentativa (le due deliberazioni della proposta di legge costituzionale da parte delle camere parlamentari) – e sovranità del popolo espressa attraverso meccanismi di democrazia diretta (il referendum eventuale contemplato dall’art. 138 della Costituzione).
Logiche e procedimenti della revisione costituzionale nella Repubblica italiana tra esperienze e prospettive
08.07.2008