Viola il diritto comunitario l’esclusione di talune categorie di scarti e residui alimentari dall’ambito di applicazione della disciplina nazionale dei rifiutiCorte di Giustizia delle Comunità Europee, sez. III, 18/12/2007, C-195/05

18.12.2007

Corte di Giustizia delle Comunità Europee, sez. III, 18/12/2007, C-195/05

La Repubblica italiana, avendo adottato indirizzi operativi validi su tutto il territorio nazionale, per mezzo della circolare del Ministro dell’Ambiente 28 giugno 1999 e con comunicato del Ministero della Salute 22 luglio 2002, che escludono dall’ambito di applicazione della disciplina sui rifiuti gli scarti alimentari originati dall’industria agroalimentare destinati alla produzione di mangimi; e avendo, per mezzo dell’art. 23 della legge 31 luglio 2002, n. 179, escluso dall’ambito di applicazione della normativa sui rifiuti i residui derivanti dalle preparazioni nelle cucine di qualsiasi tipo di cibi solidi, cotti e crudi, non entrati nel circuito distributivo di somministrazione, destinati alle strutture di ricovero per animali di affezione, è venuta meno agli obblighi che le incombono in forza dell’art. 1, lett. a), della direttiva del Consiglio 15 luglio 1975, 75/442/CEE, sui rifiuti, come modificata dalla direttiva del Consiglio 18 marzo 1991, 91/156/CEE.

* Segnalazione giurisprudenziale dell’unità di ricerca costituita presso il Centro di ricerca sulle amministazioni pubbliche “Vittorio Bachelet” nell’ambito dell’incarico affidato dal FORMEZ per la realizzazione di un Osservatorio giurisprudenziale in materia di diritto ambientale

a cura di Pietro Falletta