Le prospettive regionaliste nel pensiero di Fausto Cuocolo – Resoconto convegno

29.11.2007

Genova, 26 novembre 2007

Lunedì 26 novembre 2007, presso la sala “G.B. Dagnino” dell’Archivio di Stato di Genova si è tenuto un seminario sul tema “Le prospettive regionaliste nel pensiero di Fausto Cuocolo”, occasione in cui, ad un anno dalla improvvisa scomparsa dell’insigne giurista genovese, è stato presentato un numero della Rivista “Quaderni Regionali” a lui dedicato.
All’incontro erano presenti il Presidente del Consiglio regionale della Liguria Giacomo RONZITTI e l’avv. Giovanni PERSICO, direttore della Rivista “Quaderni Regionali”, che hanno ricordato come, benché il prof. Cuocolo fosse impegnato su una pluralità di versanti differenti, in lui emergesse sempre la figura del giurista e, in particolare quella del “professore”, legato alla Costituzione ed alle sue radici, un’identità che rimaneva sempre marcata anche nel suo agire da uomo politico o da uomo del mondo della finanza.

E’ intervenuto quindi il prof. Lorenzo ACQUARONE, che ha offerto la sua testimonianza ripercorrendo il rapporto che lo legava al prof. Cuocolo e richiamando alcuni tratti essenziali del suo pensiero.
Pur non senza alcune differenze di impostazione e di approccio – che portava l’uno ad una maggiore attenzione verso le dinamiche amministrativistiche e l’altro ad uno specifico focus sul contesto costituzionale generale – ha ricordato come il rapporto con il prof. Cuocolo fosse stato sempre franco e sincero.
Seguendo l’insegnamento del suo maestro Vezio Crisafulli, il prof. Cuocolo rimaneva un sostenitore dell’inquadramento del sistema delle fonti non secondo canoni di mera gerarchia, ma anzi ponendo al centro il criterio della competenza, proprio con riferimento all’art. 5 della Costituzione.
Ricostruendo in particolare il suo pensiero a riguardo della competenza legislativa regionale, si è ricordato come in due suoi scritti – uno precedente alla riforma del Titolo V della Costituzione ed uno successivo ad essa – il prof. Cuocolo avesse espresso dapprima una grande speranza e poi una certa delusione per la riforma dell’ordinamento regionale. Convinto sostenitore dell’inopportunità di una competenza legislativa regionale esclusiva, a seguito delle riforme costituzionali promosse tra il 1999 e il 2001, l’attenzione del prof. Cuocolo si era incentrata soprattutto sul procedimento di riforma degli statuti regionali. Nonostante una qualche incertezza sul giudizio relativo al nuovo statuto ligure, ed al suo preambolo in particolare, il prof. Cuocolo richiamava le stesse Regioni innanzitutto ad una “corretta autonomia giuridica”, in nome di un sano bilanciamento tra principio autonomistico e unitarietà della Repubblica.

È successivamente intervenuto il prof. Andrea MANZELLA, Presidente della 14a Commissione del Senato della Repubblica , il quale ha ricordato il particolare rapporto di amicizia “a distanza” che lo ha legato, negli anni, al prof. Cuocolo. Della figura del grande giurista genovese ha sottolineato la capacità di saper vedere nella singola questione i risvolti generali che dal particolare toccano i nodi vivi della dinamica generale del sistema.
Il prof. Manzella ha di seguito proposto una attenta ricostruzione del pensiero del prof. Cuocolo attraverso quattro snodi principali.
Innanzitutto ha sottolineato come nella sua impostazione si conciliassero armoniosamente unitarietà dello Stato e regionalismo: le diverse esperienze maturate dalle singole realtà locali nel periodo bellico e nel corso della Resistenza non avevano infatti incrinato, nel suo pensiero, la natura unitaria della neonata Repubblica. Convinto sostenitore dell’autonomia politica dell’ente-Regione, vedeva come principale limite alla competenza legislativa regionale un auto-limite, imposto autonomamente dalle Regioni stesse. Tuttavia, riteneva opportuna la reintroduzione della clausola dell’interesse nazionale come delimitazione della competenza legislativa regionale, benché anch’egli ritenesse che lo stesso principio fosse già ora ricavabile da altre previsioni costituzionali (come quella relativa ai livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali).
Quanto, invece, alla diatriba (invero più terminologica che sostanziale) sull’inquadramento dell’ordinamento italiano nei filoni del regionalismo o del federalismo, il prof. Cuocolo optava decisamente per la prima categoria, constatando l’inesistenza nel diritto costituzionale italiano di una clausola di supremazia del diritto statale nei confronti del diritto regionale.
Inoltre, il prof. Manzella ha ricostruito il pensiero del prof. Cuocolo nel seguire lo sviluppo dell’ordinamento regionale rispetto all’ordinamento più generale, in particolare attraverso le riforme costituzionali che si sono succedute negli anni. In questa prospettiva ha riassunto il suo pensiero circa gli insegnamenti che possono venire dalla forma di governo regionale per le prospettive di riforma istituzionale dello Stato. Da questo punto di vista, il vincolo del simul stabunt simul cadent è ritenuto eccessivo ove trasposto a livello nazionale, e, anzi, si può auspicare una maggiore connotazione in senso parlamentare della stessa forma di governo regionale.
Infine, ricordando l’attentato subito dal prof. Cuocolo nel 1979 per mano delle Brigate rosse, il prof. Manzella ha ricordato come il prof. Cuocolo incarnasse con la sua fermezza ed il suo rigore la figura del “professore della Costituzione”, il cui pensiero risultava “pericoloso” per ogni forma di eversione.

L’avv. Fernanda CONTRI, vice Presidente emerito della Corte costituzionale, ha innanzitutto offerto un ricordo della personalità e del profilo umano del prof. Cuocolo. Ne ha celebrato lo stile, il rigore asciutto corrispondente alla sua struttura fisica, il garbo e la sua grande fermezza, che non ha mai permesso alle sue convinzioni scientifiche di piegarsi alle convenienze politiche, pur nel suo costante impegno attivo.
Ne ha poi ricordato la passione per l’istituto-Regione, che egli ha precorso con i suoi scritti e poi vi ha dato vita da protagonista, continuandolo a seguire nel suo sviluppo successivo sia come consigliere e Presidente del Consiglio regionale della Liguria, sia come studioso.
Infine, ha ricordato come le salde radici della sua formazione culturale, che affondano nella Resistenza, non gli hanno mai permesso una visione meramente astratta e procedurale delle norme costituzionali, andando sempre alla ricerca del valore intrinseco che le caratterizza.

Al termine degli interventi programmati ha prestato una ulteriore testimonianza il prof. Vittorio ITALIA dell’Università di Milano, che ha ricordato alcune idee del prof. Cuocolo, espresse in brevi ma assai profonde chiacchierate che avevano tenuto proprio nel periodo precedente alla sua scomparsa, e che per questo non hanno potuto trovare collocazione nella sua ricchissima produzione scientifica.
In particolare, ha ricordato come concordassero sul fatto che il campo del diritto sia dominato dalla logica, la quale costituisce un punto di riferimento essenziale ed ineliminabile per l’interprete delle norme giuridiche, al pari della forza di gravità per lo scienziato delle materie fisiche. Principi come quello di identità o quello di non contraddizione trovano costante applicazione nei rapporti tra norme e ciò costituisce una ferrea guida per la risoluzione delle antinomie tra le norme, ma anche nell’individuare il “seguito” delle decisioni della Corte costituzionale.
Queste brevi notazioni sono servite al prof. Italia per ricordare il prof. Cuocolo certamente come uno studioso del diritto, ma, in fondo, come un ricercatore della certezza.

Giovanni Piccirilli