È accessibile la documentazione fornita dal Governo in risposta a un’interrogazione?

31.05.2007

In occasione della approvazione del decreto-legge del 27 dicembre 2006, n. 299, con cui è stato abrogato il comma 1343 dell’articolo 1 della legge del 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per il 2007), ancorché la disposizione abrogata non fosse ancora entrata in vigore, il Governo sosteneva che la mancata espunzione del comma 1343 nel maxi-emendamento interamente sostitutivo della legge finanziaria per il 2007, pur disposta a livello politico, non era avvenuta a causa di un errore materiale del funzionario incaricato della citata eliminazione.
Nella seduta antimeridiana del 14 febbraio 2007 dell’Assemblea del Senato è stata presentata da parte del sen. Palma (FI) ed altri l’interrogazione n. 3-00402, la quale, a seguito della citata dichiarazione del Governo, chiedeva di conoscere, tra l’altro, il nome del funzionario che, asseritamente, ha materialmente commesso l’errore materiale che ha portato alla mancata espunzione del comma 1343 e quali iniziative di natura disciplinare siano state eventualmente adottate nei suoi confronti. Inoltre, riguardo alle conseguenze che sarebbero discese da una eventuale entrata in vigore del comma citato, chiedeva di conoscere i nomi dei soggetti condannati in primo grado nei 3861 procedimenti indicati come prescrivibili dal Procuratore generale della Corte dei conti in conseguenza dell’entrata in vigore del comma 1343, nonché l’ammontare delle relative condanne.
Nella seduta della 1a Commissione affari costituzionali del Senato del 2 maggio 2007 il senatore Villone (Ulivo) ha richiesto che l’accesso alla documentazione fornita dal Vice ministro dell’Economia Pinza in risposta all’interrogazione (ed in specie sull’ultimo punto citato) non fosse ristretto ai soli interroganti, ma che fosse messo a disposizione di tutti i senatori. Si sono associati alla richiesta il sen. Pastore (FI) e lo stesso sen. Palma. Il presidente della Commissione Bianco ha risposto affermativamente alla richiesta del sen. Villone, tuttavia rimettendo alla decisione del presidente del Senato le modalità dello stesso accesso, eventualmente escludendone la riproduzione in copie al fine di tutelare la privacy delle persone coinvolte.
La questione è stata ripresa nelle sedute della Commissione del 9 e del 16 maggio 2007. In quest’uiltima occasione il presidente della Commissione ha comunicato la risposta del presidente del Senato, che ha avallato la decisione assunta in prima battuta nel senso di perseguire la massima cautela nel fornire i dati richiesti dall’interrogante, tra l’altro ricordando come essa trovi conforto nei principi generali elaborati dalla giurisprudenza in materia di dati sensibili e giudiziari.
La questione è stata riproposta anche nella seduta antimeridiana dell’Assemblea dello stesso 16 maggio, immediatamente successiva all’aggiornamento della Commissione. I senatori Palma e Villone hanno rappresentato al Presidente del Senato il loro parere discorde dalla sua decisione, soprattutto nella prospettiva in cui la complessità e la mole dei dati forniti dal Governo in risposta all’interrogazione (costituenti un volume di circa 300 pagine) non possano essere adeguatamente compresi con le modalità di consultazione consentite. In quella occasione il Presidente del Senato, pur condividendo la necessità di continuare a riconoscere un ruolo primario al sindacato ispettivo, ha confermato la decisione assunta, ed ha spiegato come essa sia tesa anche a tutelare la posizione dei nominativi (circa 3800) di funzionari pubblici, coinvolti per vicende di differente gravità, che potrebbero avere gravi pregiudizi dalla circolazione dei dettagli sui procedimenti a loro carico.
Una ulteriore questione sulla medesima vicenda è stata sollevata dal sen Calderoli (LNP) nella stessa giornata del 16 maggio, prima nella seduta pomeridiana della 1a Commissione e successivamente nella seduta pomeridiana dell’Assemblea, lamentando che, oltre alle restrizioni nell’accesso alla documentazione, essa era carente anche nei suoi contenuti, poiché nell’elenco dei funzionari coinvolti erano presenti numerosi omissis che privavano completamente di utilità la risposta fornita dal Governo. Nell’interpretazione fornita dal sen. Calderoli ciò deriverebbe da una errata applicazione del dlgs. n. 196 del 2003, che, se da una parte prevede la possibilità di non pubblicizzare i nominativi coinvolti, prevede altresì che a tale restrizione non si debba dare luogo nel caso in cui si tratti di sindacato ispettivo e in particolare in riferimento ad amministratori pubblici. A tale questione il vicepresidente del Senato Baccini ha opposto che il contenuto della risposta riguarda in via esclusiva la responsabilità del Governo.

a cura di Giovanni Piccirilli