Le prime sperimentazioni nella fase di transizione alla tecnologia digitale e al T-gov

26.03.2007

Il Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea per le Telecomunicazioni ha adottato, nell’incontro svoltosi a Bruxelles il 1 dicembre 2005, la strategia per accelerare la transizione dal sistema di trasmissione televisivo analogico a quello digitale terrestre. Tutti i Paesi membri si sono prefissati come data per lo switch off, ovvero per l’avvio della transizione, il 31 dicembre 2008; per il 2012 è prevista la completa sostituzione tra le due modalità. La tecnologia digitale terrestre applicata alla televisione ha avuto uno sviluppo peculiare in Italia. Delle sette reti televisive nazionali principali, si è dibattuto a lungo prima di risolvere la questione di trasferirne due, in maniera esclusiva, sul satellite o sul canale digitale terrestre, per risolvere problemi proprietari e di antitrust e per coadiuvare la transizione. L’iniziativa, soprattutto privata, di fornire attraverso il digitale terrestre dei contenuti di intrattenimento ed informazione interattivi, ha favorito la diffusione degli apparecchi ricettivi (si pensi alle trasmissioni sportive e calcistiche), inoltre, il convicimento che il canale televisivo digitale possa prestarsi all’erogazione di servizi più vicini al cittadino, hanno fatto propendere per l’investimento nel digitale terrestre. Sono stati stanziati incentivi statali e regionali alle famiglie per l’acquisto della strumentazione necessaria: il decoder, decoder integrato o set top box. Si ritiene infatti che sia potenziale veicolo, oltre che di contenuti di intrattenimento in qualità digitale, anche di informazioni e servizi pubblici. Lo scopo dichiarato in sede di governo e tecnica è quello di avvicinare i cittadini e le imprese alla pubblica amministrazione, il cd. T-government. I servizi saranno fruibili grazie al “supertelevideo interattivo”, e nel prossimo futuro tramite la cd. IPTV, la televisione via web, che renderà disponibili ulteriori servizi. L’attivazione della sperimentazione nelle due regioni a statuto speciale, Sardegna e Valle d’Aosta, ha trasportato per milioni di italiani i primi due canali dal segnale analogico a quello digitale ed ha portato il numero di decoder e decoder integrati esistenti a quasi cinque milioni. La sperimentazione è cominciata il primo marzo per la Sardegna, precisamente a Cagliari e in 122 Comuni del Sud della Sardegna, per un totale di quasi 600 mila sardi: Raidue, rete4 e QOOB di Telecom Italia Media, trasmettono soltanto in digitale terrestre, dopo aver spento le trasmissioni con il sistema analogico. Attraverso il decoder digitale terrestre possono vedere non più 9 canali bensì 31, la copertura del segnale è più forte, che significa un progressivo miglioramento nella qualita’ tecnica e potenzialmente anche nei servizi forniti dalla Tv. I 122 Comuni sono prevalentemente nella Provincia di Cagliari ma alcuni anche nelle province di Oristano, Nuoro, Carbonia-Iglesiais e Medio Campidano, l’obiettivo della copertura di tutta la Sardegna è previsto entro il marzo del 2008. Questa sperimentazione è stata portata avanti dai grandi network nazionali, dalle Tv locali, dal Ministero e dalle associazioni dei consumatori e del volontariato, senza interventi di legge. Ed il 16 di aprile comincerà anche in Valle d’Aosta, ad Aosta e in altri 16 Comuni valdostani.

a cura di Laura Sanna